Ed eccoci qua, ad aspettare con trepidazione la nazionale italiana. Mai come ora, abbiamo bisogno di sentirci parte di qualcosa, di una nazione, di tornare grandi e di dimostrare all’Europa che nonostante tutto quello che è successo l’Italia resta una grande potenza, anche nel calcio.
Ci sarà un’atmosfera elettrica, fiato sospeso e gioia, tanta, quella trattenuta e terminata molto spesso negli ultimi mesi in lacrime per funesti avvenimenti, per disperazione economica e per tragedie umane. Le vite di tutti, però, saranno trasposte e messe in pausa per i primi 90 minuti di Euro 2020, anzi 2021.
Quelle magliette azzurre saranno pesantissime, avendo addosso il peso di circa 60 milioni di persone, ma al tempo stesso le gambe voleranno, sorrette dalla spinta dallo stesso numero di individui, che non vedono l’ora che quella rete si gonfi e di poter esultare ed esplodere in un solo grido, forte e liberatorio.
Un grido che vuol dire libertà, respiro. E proprio il respiro degli 11 nei tunnel… sarà bello poterlo sentire, viverlo, carpirne il tremolio di ansia positiva, cercare di farlo andare all’unisono con il proprio. E allora anche quei momenti di triviale collegamento televisivo, usualmente trascurato perché poco importante o propedeutico alla preparazione del clima partita, diventerà cruciale, sarà il viatico per scendere metaforicamente su quel prato verde che tutti noi abbiamo voluto, almeno per una volta nella nostra vita, calpestare.
E così saremo nei tunnel fianco a fianco agli avversari, a scambiare sorrisi con i bambini davanti a noi ed occhiate impazienti all’arbitro, l’unico che può dar fine all’attesa e dare il via a questa competizione. E al primo cenno dello sguardo dell’arbitro, lo seguiremo, tutti, con le spalle dritte, i cuori palpitanti per l’emozione e le gambe un po’ tremanti per la tensione. Ma andremo avanti, con il rumore dei tacchetti a scandire la marcia di una nazione verso il campo, verso la liberazione, verso il destino che abbiamo rimandato solo di un anno con la felicità di poter vivere il calcio e non solo. E in quel momento di transizione tra il greve cemento e la soffice erba dell’Olimpico ci sarà ancora più gusto ad essere italiani.
Buon Europeo a tutti.