Aleksandr Trajkovski: Alessandro il macedone che ha preso a pallonate l’Italia del sor Mancini. Prima che lo magnifichino, spacciandovelo per chissà quale talentissimo al fine di mettere una pezza su uno dei fallimenti calcistici più clamorosi, di sempre, della Nazionale Italiana di Calcio, sappiate che il giustiziere delle speranze mondiali azzurre è un calciatore dell’Al Fayha, all’ottavo posto nel campionato dell’Arabia Saudita. Finora ha totalizzato cinque presenze. Nessun gol, s’è rifatto con l’Italiuccia di Insigne, Immobile e di Frankenstein Donnarumma.
In Arabia, Trajkovski – già talentino del Palermo ai tempi della buon’anima di Zamparini, ultimo a segnare prima della radiazione del club rosanero – è arrivato tramite Maiorca, in fondo alla graduatoria della Liga, dove faceva il panchinaro fisso. S’è svincolato e a 29 anni ha imboccato la strada del petroldollaro. Secondo Transfermarkt vale 350mila euro. E su Instagram c’ha poco meno di 38mila followers. Per farsi un’idea, Simone Verdi – fantasista da qualche mese alla Salernitana – vale cinque milioni di euro e vanta 119mila seguaci su Instagram.
Se l’Italia è fuori dai mondiali perché la Serie A è un campionato scarso, non vogliamo pensare che sia il campionato arabo la nuova frontiera del calcio che conta. Se invece gli azzurri non vincono perché i nostri giuocatori son sempre in panchina, allora pur di farli giocare, mandiamo Donnarumma e Immobile a fare minutaggio (come è diventato brutto il lessico del calcio!) nel campionato cipriota. Trajkovski con una rasoiata parabilissima ha fatto male due volte all’Italia. Perché oltre ai mondiali le ha tolto pure tutte le scuse possibili.
Donnarumma è sempre stato un portiere appena passabile, non un top goalkeeper, pompatissimo dalla stampa e dal suo agente Raiola, naturalmente. Mi ricordo delle sue papere contro la Juve in una finale di Coppa Italia. Al PSG si son già pentiti… E tanti altri, a partire da Immobile, non sono giocatori da Nazionale… In quanto ai 3 brasiliani…