“All’orizzonte di quell’oceano ci sarebbe stata sempre un’altra isola, per riparsi durante un tifone, o per riposarsi e amare”. Hugo Pratt
Barbadillo è un laboratorio di idee nel mare del web che, a differenza d’altri, non naviga a vista. Aspira ad essere un hub non conformista, un approdo libero nel quale raccogliere pensieri e parole e dove donne e uomini in marcia possono fermarsi a discutere insieme di politica, ecologia, musica, film, calcio, calci, pugni e rivoluzione.
Per scoprire chi siamo e da dove veniamo basterebbe scandagliare le nostre biblioteche, dove accanto a Robert Brasillach c’è Charles Bukowski, Beppe Niccolai e Jim Morrison, Niccolò Ammaniti e Mario Tronti, Julius Evola e i diari di Che Guevara, i romanzi di Giuseppe Culicchia e quelli di Antonio Pennacchi. I racconti di John Fante e quelli di Nicolai Lilin. Conserviamo intatta nel cuore la collezione di Tex Willer, amiamo come quando eravamo bambini le tavole di Bonvi e quelle di Jacovitti e continuiamo imperterriti a seguire le tracce dei viaggi di Bruce Chatwin e Corto Maltese. Allergici a ogni torcicollo, seguiamo con altrettanta attenzione le esplorazioni dei tanti giovani scrittori che si insinuano con idee taglienti nel muro dell’omologazione eretto dalla grande editoria commerciale.
Cosa dire del cinema? Viva “l’arma più forte”, Clint Eastwood e Wong Kar Wai, “Il settimo sigillo” di Ingmar Bergman e “In questo mondo libero” di Ken Loach, Terrence Malick e Paolo Sorrentino, Dino Risi. Da “La Dolce Vita” di Federico Fellini a “La vita facile” di Lucio Pellegrini passando per “La nostra vita” di Daniele Lucchetti in cui un magistrale Elio Germano smaschera l’Italia cialtrona dei morti sul lavoro nascosti sotto al tappeto.
Onnivori di vita, rifuggiamo le catacombe dello spirito, gli sconfittisti e i complottisti, e quelli che per un posto al sole rinnegano senza imbarazzo la propria storia personale e quella del mondo nel quale sono vissuti. Quelli che di un’appartenenza hanno fatto una professione. Pubblichiamo scritti di autori liberi e corrosi dai dubbi che hanno il merito e il coraggio di pensare controcorrente: da Pordenone a Palermo, attraversando per tutto lo Stivale. Siamo il pubblico silenzioso che potreste incontrare in una conferenza di Massimo Fini o di Alain de Benoist, gli ultras infreddoliti che non piegano la testa davanti a nessuna sentinella della reazione, attenti interpreti della voce di sofferenza dei non garantiti, cittadini che non si rassegnano a essere convertiti in consumatori.
Se proprio dovessimo scegliere una bandiera, sventoleremmo quella dei pirati. Allo stesso modo, se dovessimo indicare un modello, non avremmo dubbi: l’anarca jungheriano. E nel presentare questa avventura editoriale ci sentiamo in sintonia con quel “maestro di carattere” che fu Berto Ricci: “Saremo dunque universali, e contro qualunque resto di nazionalismo; moderni, e senza idoli, né che abbian forma di diligenza, né d’aeroplano; saremo caldi, com’è degli uomini. (…) Chi intende questo sarà con noi”.
Comunicazione
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Il Clan
- albertosiEnrico Ricky Albertosi, campione d'Europa nel 1968 e vicecampione del mondo nel 1970 con la nazionale italiana. Considerato uno dei migliori portieri italiani di sempre, è stato inserito nella Hall of fame del Cagliari, con cui ha conquistato uno storico scudetto nella stagione 1969-1970.
- CantonaIdealista e webmaster. A Cantona si devono molte creazioni editoriali on line dell'area non conforme. E' in rete da un luogo non ben specificato della Daunia, ma è un cittadino del mondo telematico che non dimentica né le radici, né i nostri canti ribelli
- BarbadilloGiornalista per ansia di giustizia sociale e ribellione. Crede che la cultura alternativa si rigeneri in ogni epoca. E per questo anima Barbadillo, fanzine che ambisce a ricreare uno spazio di interazione comunitaria. Scrive da Bari principalmente, spesso da dove capita.
- George BestGeorge Best perché era un genio sregolato e in quest'epoca di sregolati banali una figura come lui ci manca. George Best perché era irlandese. George Best perché il suo gemello italiano era Gigi Meroni. George Best perché è finito male, come Garrincha e tanti altri idoli delle folle. Geroge Best perché la sua frase più bella (Ho speso molti soldi per l'alcol, le donne, le auto. Il resto l'ho sperperato) vale una Coppa del Campioni o un gol alla finale del Mondiale. Best scrive raffinate corrispondenze e punture di spillo intrise di satira dalla capitale sabauda.
- RedazioneUna banda di pirati che naviga in libertà, tenendosi ben distante dalle corazzate capitanate da "quelli che ben pensano". Ha una composizione eterogenea per età, provenienza culturale e geografica, il filo rosso che unisce tutti i 'giocatori' della squadra è la voglia di sperimentare. Giano Accame scriveva: "Il compito dell'intellettuale è quello di spingersi oltre, di dire delle novità; il compito più difficile, insomma".
- Socrates"Si rivolgono alla Storia i carioca. Sfogliano Tacito, Svetonio e Fozio, poi solenni nomi si danno: Zenon, Eneas, Julio Cesar, Marco Antonio, Marco Aurelio, Caio, Tulio, Valdo … Per Socrates l’ipoteca greca è forte: filosofo e medico, tolleranza austera, sapienza canuta. Ma lui un profeta pare, assorto sulle rive del Giordano; e la clamide giallo-verde che lo veste, solenni rotoli nasconde: l’incanto segreto del palleggio, metodi e tattiche dei Padri del deserto". (Liberamente tratto da Fernando Acitelli, La solitudine dell’ala destra) Brasileiro de Oliveira Socrates (1954-2011). Centrocampista del Botafogo, del Corinthians e della Nazionale brasiliana ai Mondiali in Spagna. Altro personaggio notevole di quel centrocampo carioca assieme a Luisinho, Junior, Falcao, Cerezo, Zico. Dopo la delusione del Mondiale spagnolo, tentò l’avventura italiana ma con la maglia della Fiorentina non ebbe molta fortuna e resistette un solo anno. Tornato in Brasile, pensò di dedicarsi alla sua professione di medico. I nomi evocati nella poesia sono di giocatori brasiliani. Marco Aurelio e Valdo hanno militato anche nel campionato portoghese. Lo spirito di Socrates aleggia su chi ne utilizza la firma, da Palermo, per Barbadillo.
- Pietro VierchowodQuasi giunto all'età dei sette colori, con il chiodo fisso di restare bambino per tutta la vita. Ama tutto ciò che è critica e assoluto. Nietzsche e Platone. Pratt e Mishima, Junger ed Evola. Come la sua terra, genovese radicale, sale e roccia. Superbo ma onesto. Orso come lo zar della sua amatissima Samp: quella squadra elegante, nobile e vera dell'ultimo scudetto pre-televisivo. Laureato in Relazioni internazionali, scrive per passione seguendo la cattiva stella dell'inattualità.
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