Al vertice della Nato di Washington, le dichiarazioni di tutti i leader sembrano finalizzate a cercare di convincere le opinioni pubbliche dei propri Paesi dell’ineluttabilità dell’entrata in guerra con la Russia. E lo fanno senza rendersi conto o fare finta di rendersi conto che potrebbe significare di porsi in conflitto contro il resto del mondo, o meglio, mettersi contro quella parte di mondo che conta e che non ha preso le distanze dalla Russia, in particolare, Cina India e altri importanti BRICS.
La dichiarazione congiunta della Nato è tutt’altro che rassicurante e tradisce aspirazioni e mire espansionistiche piuttosto che difensive, in particolare:
- La Nato mira a rafforzare la propria presenza in Medio Oriente e in Africa.
- I paesi della Nato intendono modernizzare il loro potenziale nucleare.
- La Nato sta aumentando le proprie capacità di difesa aerea e missilistica, compresa l’attivazione della nuova base Aegis Ashore in Polonia.
- La Nato preparerà un elenco di raccomandazioni sulla strategia nei confronti della Russia per il prossimo vertice.
- La Nato prevede di stanziare 40 miliardi di euro a favore dell’Ucraina nel 2025.
- La Nato creerà un centro congiunto di analisi, formazione e istruzione con l’Ucraina.
In definitiva, nell’immediato futuro, la Nato coordinerà le consegne di armi e le attività di addestramento per le forze armate ucraine da Wiesbaden in Germania.
L’obiettivo è quello di fornire sostegno alla sicurezza per l’Ucraina su base permanente e garantire così un sostegno migliore, prevedibile e coerente”, si legge nella dichiarazione del vertice sul nuovo comando chiamato NSATU (Nato Security Assistance and Training for Ukraine).
La dichiarazione del vertice afferma: “L’NSATU non renderà la Nato parte del conflitto nel senso del diritto internazionale”.
Niente di più falso. Esperti di diritto internazionale potrebbero più efficacemente dimostrare che la Nato sta venendo meno al principio di neutralità in palese conflitto con le convenzioni dell’Aja del 1907 e, per quanto riguarda l’Italia, in palese conflitto con la legge di guerra e neutralità italiana, cioè il R.D. 8 luglio 1938 n. 1415 che prevede due stati ben definiti, quello di belligeranza o quello di neutralità senza terze posizioni intermedie. Lo stato di “non belligeranza” comporta automaticamente l’assunzione dello stato di “neutralità” che esclude categoricamente la fornitura di assistenza o, peggio, la fornitura di armi ad uno dei due belligeranti così come già previsto dalle Convenzioni dell’Aja del 1907.
Pertanto, anche il governo italiano sta violando la propria legge.
Tuttavia, si sa, fatta la legge trovato l’inganno, prima dei nostri due ultimi ineffabili Ministri degli esteri che si sono inventati la “neutralità qualificata”, fu proprio Mussolini, per primo nel 1939, a violarne l’assunto. Per non dispiacere al potente alleato germanico del recente “Patto d’Acciaio”, non volendo porsi in posizione di neutralità, adottò una non ben definita posizione di “non belligeranza” nei confronti degli alleati, insomma una specie di “neutralità qualificata” ante-litteram.
In ogni caso, in guerra ognuno fa quel che gli pare e se vince ha ragione, sennò ha torto.
Già, dalla ‘non belligeranza’ alla ‘co-belligeranza’ dopo l’8 Settembre ’43. Stiamo ripetendo le stupidate di decenni addietro, invece di dire ora, alto e chiaro, il pensiero della maggioranza degli italiani. Basta guerra! Basta fare i servi sciocchi di Washington contro i nostri interessi.