Affaticato
mentre cerco albergo
mi scopro sotto i fiori di glicine
(Matsuo Basho)
Avevo ragione a voler seguire a tutti i costi il Bhutan. Sapevo che mi avrebbe dato soddisfazioni epiche, importanti. Perchè il pallone nel Sud Est dell’Asia, dilettantistico per quanto si voglia, non è il Paradiso decoubertiano che qualcuno sogna. Ma andiamo per ordine, perchè quello che è successo nell’ultimo incontro valevole per il gruppo qualificatorio ai mondiali di Russia 2018 ha del clamoroso e un sapore da commedia italiana dei tempi belli.
Il Bhutan, come tutti sanno, ha strappato con le unghie e con i denti la storica possibilità di giocarsi un posto ai mondiali che si disputeranno tra qualche anno nella terra degli Zar. Finora, però, i Dragoni dell’Himalaya hanno raggranellato solo figuracce. Qualche piccola soddisfazione, qualche gollicino sfiorato o centrato, il talentino locale – Chencho Gyeltshen, il CR7 di Thimphu – che si carica un fardellone di scarsoni sulle spalle. Poi succede che il calendario mette sulla strada degli arancio-oro le piccole Maldive. Piccole sì, ma agguerrite. Con qualche elemento in squadra che fa furore nel campionato thailandese, torneo seguitissimo e prestigioso da quelle parti.
In Bhutan qualcuno ci credeva di poter siglare una vittoria contro i maldiviani. Tant’è vero che nei giorni precedenti la sfida mondiale era girato pure un video di istruzioni ai tifosi che avrebbero affollato lo stadio nazionale Changlingmethang allestendo una curiosa scenografia. Tutto pronto, alle sei del pomeriggio (locali). Pronti, via e le Maldive ne fanno quattro, con tripletta del signor Ali Ashfaq con la casacca numero sette degli isolani. E qui accade l’imponderabile.
Negli spogliatoio chissà che è successo, fatto sta che al ritorno in campo i Dragoni lamentano una defezione importante. Sul rettangolo verde sono ancora in undici, è in panchina che manca qualcuno. È l’allenatore Norio Tsukitate, cinquantacinque anni, una carriera da calciatore spesa con la maglia della Toyota Motor Corp, squadra che da qualche decennio si chiama Nagoya Grampus. Da allenatore ha girato l’Asia, tra squadre giovanili e rappresentative femminili. Tsukitate, dicevamo, non c’è. I social bhutanesi si scatenano. Da una parte perchè la curiosità è tantissima: che fine ha fatto il mister? Dall’altra parte perchè i Dragoni sfiorano la clamorosa remuntada facendo tre gol in sei minuti, tra 86esimo e 92esimo.
[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=bVmCwVynGRg&app=desktop[/youtube]
Al termine della gara la notizia: Tsukitate sarebbe stato esonerato dai rappresentanti furiosissimi della Federazione durante l’intervallo. L’indiscrezione è smentita poco tempo dopo dal profilo ufficiale della BFF: “Sul caso dell’allenatore della nazionale, il signor Norio Tsukitate, non l’abbiamo sollevato dall’incarico nel riposo tra primo e secondo tempo ma, semplicemente, l’abbiamo solo messo da parte. Domani ci saranno annunci ufficiali e faremo definitivamente il punto della situazione”. Che ingenui, in Italia – rodata da decenni di stantio – manco er Viperetta sarebbe incorso in una gaffe simile. Ma non basta.
Sì perchè qualche ora dopo arrivano le precisazioni dai dirigenti federali. Dorji Ugen Tsechup, delegato Fifa per il Bhutan, posta su Facebook la sua (e l’ennesima) verità sullo strano caso dell’allenatore scomparso: “Per la cronaca, l’allenatore giapponese non è stato esonerato. Ha rifiutato di allenare la squadra per il secondo tempo e il suo vice bhutanese ha preso il suo posto e appena finita la partita è andato dai ragazzi e ha detto loro che stava lasciando. La Federazione non è mai stata informata da lui delle sue intenzioni. Siamo davvero contrariati del fatto che lui non si sia fatto vedere per il secondo tempo”.
Oggi, potete scommetterci, ci saranno aggiornamenti sullo strano caso dell’allenatore scomparso durante una partita ufficiale e valevole per le qualificazioni ai mondiali, non per la coppa dell’oratorio missionario.