Si corre veloce in Spagna e ieri sono stati, ancora una volta, i più bravi. È da anni che gli spagnoli sono i più bravi (nel calcio) ed anche questa volta hanno lasciato poco spazio agli altri. Uno, due, tre e quattro: le palle raccolte da Bardi nella porta azzurra sono proprio quante ne raccolse Buffon un annetto fa. Quattro, sempre in una finale europea, tutto d’un fiato, come se il tempo non fosse trascorso.
Poco importa se questa volta, a Gerusalemme, a scontrarsi sul terreno verde fossero ragazzi ventenni e non veterani del football: il risultato è cambiato di una virgola (lo score degli italiani), ma la sostanza no. Secondo posto e medaglia di consolazione. La rincorsa alle furie rosse è durata, in sostanza, tutto il match perché il loro scatto – gol di Alcantara – è stato così veloce da avere il sapore di una condanna. Ciro Immobile ha risposto e per qualche minuto abbiamo creduto di averli raggiunti. Almeno stavolta, almeno una.
Ci hanno provato come non mai i ragazzi di Mangia e gli occhi stanchi e amareggiati di Marco Verratti sono l’istantanea migliore di una serata partita male e finita con le furie rosse festanti in mezzo al campo. Ci hanno provato fino all’ultimo e non hanno smesso di lottare nemmeno quando il più tenace tra gli ottimisti aveva perso ogni speranza – vedere lo scambio Borini-Insigne nel recupero per credere. È così che si fa nel calcio, ma non solo.
Gli spagnoli, imprendibili Road Runner, sono adesso incubo (sportivo) prediletto degli italiani. Noi, undici Wile (Coyote), continueremo a rincorrere le loro maglie rosse per far sì che quell’incubo possa svanire il prima possibile, anche se le ultime due vittorie iberiche saranno difficili da dimenticare. La finale degli Under è andata proprio così, con quei ragazzi italiani che non hanno mollato un secondo, ma che hanno dovuto far spazio – ancora e ancora – a loro: imprendibili Beep Beep spagnoli.
@barbadilloit