Ha vinto la squadra più continua, quella più affamata. Non quella con l’organico più forte. E’ questo il verdetto del campionato italiano che ha sancito lo scudetto della Juventus e la piazza d’onore per il Milan.
E’ il successo di Antonio Conte, allenatore giovane e preparato: al primo anno in bianconero, presentato come un talebano del 4-2-4, ha avuto l’umiltà di non fare del modulo un totem, e ha cercato, anche grazie allo spirito di adattamento dei giocatori, di proporre sempre schemi differenti in base all’avversario da affrontare.
Conte è al terzo successo della sua carriera: dopo le promozioni in A con Bari e Siena, adesso può attaccarsi sulla giacca la terza stella, quella del discusso trentesimo tricolore della Vecchia Signora. “Uno scudetto costruito sul lavoro”: l’applicazioni negli allenamenti, una mentalità vincente e una organizzazione che ha privilegiato la coralità rispetto al gioco individuale sono state le armi su cui Conte ha plasmato l’identità del gruppo. Non a caso, punti fermi del passato – Del Piero o Krasic – sono stati sacrificati sull’altare dell’efficienza del progetto. La gerarchia interna non ha tenuto conto del blasone, ma del valore aggiunto che ogni singolo poteva portare alla comunità-squadra. Con l’unica eccezione: il regista Pirlo, trascinatore e direttore d’orchestra, affiancato da stakanovisti come Marchisio e Vidal, protagonista quest’ultimo di una stagione dalla straordinaria intensità.
Conte è stato un vero Rabdomante, ha esaltato il valore immateriale della juventinità, usufruito della grande carica espressa dallo Juventus Stadium e ha saputo esaltare i suoi giocatori che, ad eccezione della flessione coincisa con la “pareggite” e della gara con il Lecce, hanno sempre dato la sensazione, sempre imbattuta, di poter contendere il primato a un Milan dall’organico stellare.
E non è finita: c’è la finale di Coppa Italia con il Napoli e il cammino per rafforzare una rosa in vista dei prossimi impegni europei. La Juventus “comunitarista” si può godere ancora per qualche ora lo scudetto, ma il suo condottiero, Antonio Conte, sta già pensando alle prossime battaglie.