Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un tifoso del Catania, Dario Mazzeo, di replica all’articolo “Calcio Catania, quella Serie B che ogni colpa porta via” da noi pubblicato il 5 agosto. In calce alla lettera la risposta dell’autore.
Sono catanese e tifoso catanese. Mi reputo però, prima che tifoso rossoazzurro, un amante del calcio e per questo motivo cerco di analizzare tutto in maniera quanto più oggettiva possibile.
Mi permetto di dire, innanzitutto, che l’articolo è ricco di inesattezze e omissioni che non permettono una valutazione oggettiva di ciò che è successo. Lungi da me il voler negare gli eventi citati ma parer mio è che quando si giudicano nell’ordine, persone, società, abitanti, tifosi e territori sia obbligatorio citare tutti gli aspetti e non solo quelli che permettono di “ammuccarsi” (ricevere) un quantitativo di like maggiore sui social, così come dimostra questo articolo.
Vado per punti, citando.
“Si dimentica in fretta, troppo in fretta. Nessun memento in quel di Catania. Anzi: baci, abbracci e ancora baci. Il presidente Nino Pulvirenti torna al Massimino dopo il lungo esilio di espiazione e viene accolto come una santa in processione”.
A Catania nessuno ha dimenticato, dal 2015 è in voga un dibattito cittadino su chi perdona Pulvirenti e chi no. La tifoseria Ultras, ad esempio, rinnega Pulvirenti da quel giorno (andate a vedere l’immagine di copertina sulla pagina FB “La Domenica allo Stadio”), aspetto condivisibile o meno.
Pulvirenti è tornato pochi giorni fa allo stadio con la figlia ed è stato accolto in maniera positiva ma dire che è stato accolto come una santa in processione è assolutamente una inesattezza. A Catania sappiamo bene chi è una Santa in processione, Sant’Agata, Santa patrona della città, rappresenta la terza festa religiosa al mondo per numero di partecipanti e tipologia di fede. Pulvirenti non ha fatto alcun giro di campo, niente applausi, niente baci e niente abbracci, solo strette di mano a una persona che ha sbagliato e che ha e sta ancora pagando. Pulvirenti è solo tornato nello stadio della sua società e si è accomodato al suo posto.
[youtube]https://youtu.be/ksMbF0DOnpM[/youtube]
“ I“Treni del gol” sembrano cancellati definitivamente dalla coscienza comune, svaniti in un oblio da ventre molle”. La memoria è ancora fresca, specie per chi, come me, vive la catanesità giorno dopo giorno e ha subito una coltellata alle spalle dalle vicende note.
“Senza baci né tantomeno abbracci. Una stretta di mano, un semplice gesto del capo, sarebbero bastati”.Sfido a trovare più di un bacio, probabilmente di un conoscente. E’ pieno invece di strette di mano e semplici gesti del capo, così come il vostro Galateo, a quanto pare universalmente valido, impone.
La cosa fondamentale che però voglio dirvi è che Antonino Pulvirenti è l’unico individuo nel mondo del calcio italiano ,negli ultimi vent’anni, che ha avuto l’umiltà, la sincerità e la dignità di andare davanti a delle telecamere ad ammettere il proprio errore. Pulvirenti ha ammesso i propri errori tornando a parlare qualche mese fa ( qui l’articolo ndr)
Pulvirenti ha scontato un DASPO. Pulvirenti ha scontato gli arresti domiciliari.
Pulvirenti sta scontando una squalifica di cinque anni (non radiato dalla Procura della Repubblica per collaborazione) e ha pagato una multa da 300.000 €, senza nemmeno fare ricorso.
“La dignità, questa sconosciuta. Poi ci si chiede perché certi territori facciano fatica a prendere il volo. Se manca la memoria, manca anche lo stile. Dello sviluppo poi, manco a parlarne. Il resto – va da sé – è tutto palude.”
Io non lo so se Pulvirenti è ancora il mio Presidente del cuore. Io so solo che la mia squadra del cuore è rappresentata da un Uomo che ha sbagliato, che ha ammesso gli errori e che ha e sta pagando per ciò che ha fatto nel silenzio più assordante. Io, se dovessi scegliere da chi farmi rappresentare calcisticamente e (soprattutto) umanamente parlando, mi farei rappresentare da un uomo che ha avuto la dignità personale, in un mondo di maschere pirandelliane, di sbattere la faccia contro gli insulti e le minacce, pur di avere la coscienza pulita nell’aver ammesso i propri errori.
Non parlate di memoria, non parlate di stile perché sono parole in cui, se vi ci rispecchiate come in uno stagno, troverete solo il riflesso della disinformazione e delle inesattezze che avete scritto e condiviso.
I territori che non spiccano il volo sono proprio quelli dove sono morti Falcone, Borsellino, Dalla Chiesa, Mattarella, Chinnici, Fava e (purtroppo) potrei continuare. Sono quei territori dove chi ha sbagliato, come Pulvirenti, ammette i propri errori.
Sono quei territori che, per migliorare l’Italia intera, hanno dovuto mangiare escrementi ma che poi, nelle persone di valore e dignitose, ammettono i propri errori e a testa bassa e nel silenzio provano a riabilitarsi.
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LA RISPOSTA DI FERNANDO ADONIA.
Caro Mazzeo, quanto scrive merita una riflessione rispettosa e seria. Ma la città ha dimenticato, una certa stampa pure. E anche qualche tifoso. Non tutti: è chiaro! Non la Nord. Questa è la nostra opinione, condivisibile o no. Ben venga il dibattito aperto, anche in questa sede. Cordialmente.
Ps: i baci e gli abbracci ci sono stati, ben oltre le telecamere. Si fidi.