Il successo non si addice a Hector Cuper. L’hombre vertical, alla guida dell’Egitto, ha perso la finalissima di Coppa d’Africa contro il Camerun delle riserve. Era l’occasione giusta per alzare finalmente un trofeo. E anche stavolta l’argentino ha dovuto fare i conti con la delusione.
Dice che siano otto le finali che Cuper ha perduto. Otto più una, non nominale magari ma (forse) ancora più decisiva, quella del 5 Maggio all’Olimpico contro la Lazio del tarantolato Poborsky. Ha perso finali in tutto il mondo, il povero Cuper. Dall’Argentina fino alla Spagna, passando per l’Italia e approdando, stavolta all’Africa.
Cuper non vince e stavolta la beffa è ancora più amara. Perché, come accadde il 5 maggio del 2002, l’Egitto (come l’Inter) era in vantaggio. E come allora ha dovuto subire l’arrembaggio finale che ha portato il Camerun ad alzare al cielo la sua quinta Coppa. Negando a Salah la gioia di un trionfo continentale che nel Paese delle Piramidi manca ormai da sette anni, da quando in Angola l’Egitto conquistò il settimo titolo.
La missione africana di Cuper s’è conclusa, quindi, con l’ennesimo (brutale) risveglio. Se i sogni muoiono all’alba, come diceva a teatro Montanelli, per il tecnico sudamericano i sogni si infrangono tutti in finale. Davanti alla maledizione dell’eterno secondo.