La Juve è un carrarmato, il Napoli è una testudo inscalfibile. Sassuolo e Palermo ne hanno saputo qualcosa, i neroverdi emiliani sono stati bombardati dal chiattone Higuain (che ci mostra pure come il colesterolo non sia elemento ostativo per giocare bene a pallone), i siciliani si sono dovuti inchinare alla solidità azzurra che è solo grazie a Maurizio Sarri se ha trovato un equilibrio così potente da non sentire la vertigine dell’assenza di un bomber di peso, o top player che dir si voglia.
Gonzalo Higuain e Miralem Pjanic rafforzano, con la maglia bianconera, l’idea che la Juventus abbia deciso di allestire una corazzata con il meglio della Serie A. Una specie di formazione ideale, una squadra fatta quasi al fantacalcio dal signor Marotta e affidata alle cure non invasive del signor Allegri. Sanno bene a Vinovo che la società si è sbilanciata che l’obiettivo non è (solo) il sesto scudetto di fila. Si deve vincere in Europa e intanto abbattere la concorrenza di tutti sul fronte interno, quello di una Serie A ridotta a oligopolio pallonaro in cui solo i piemontesi godono.
Sul golfo di Partenope tocca al Napoli tenere in piedi l’interesse verso un campionato che altrimenti sarebbe meno affascinante di una conferenza sui regimi fiscali dei Paesi in via di sviluppo. Gli azzurri hanno trovato in Marek Hamsik un capitano ideale, un uomo squadra che si carica sulle spalle il peso delle responsabilità. Ma il miracolo è tutto intorno a lui, è dei gregari – o presunti tali – che Sarri getta in campo a martellare le fasce e le reti avversarie. Mertens, Callejon, gente arrivata in Campania con poche credenziali sono arrivate ora a blindare una formazione orfana di Higuain e che del “traditore” sembra fregarsene allegramente. Per la gioia della società che – possiamo dirlo senza passare per nemici del popolo da fucilare in piazza Azzurra? – ha gestito in maniera pessima il mercato e ora, dato che ‘a sciorta come sempre arride ad Aurelione, si trova a gioire di una formazione incazzata e solida.
@barbadilloit