Il ritorno di Mario Balotelli al Milan non ci entusiasma. Semplicemente perchè siamo stufi di parlar sempre delle stesse cose. Ultime occasioni, ragazzotti difficili, talenti che non si trovano più e pazienza persa. E perciò, se di ritorni per forza si deve parlare, parliamo di Pietro Iemmello. Tanto, più o meno, con i colori ci troviamo. E basta così però, perchè si tratta di due storie completamente differenti l’una dall’altra.
Iemmello ha 23 anni, fa l’attaccante e dopo la formazione pallonara nella primavera della Fiorentina, passa alla Pro Vercelli. Qui si fa notare e se lo compra l’eterno ambizioso Spezia che però inizia a darlo in prestito in giro. Prima lo manda a Novara e poi lo “restituisce” alla Pro fino a che Iemmello, che di suo è calabrese, ritorna al sud, a Foggia. L’annata è convulsa ma gli basta segnare a ripetizione, sedici volte in 34 partite, per conquistare la Daunia. Personalità ne ha da vendere, di lui – infatti – si ricorda un bel dito medio alzato in faccia ai tifosi del Taranto quando ancora giocava in Piemonte. Si scusò, come etichetta impone, ma l’episodio rimase e gli è servito a entrare nel cuore dei foggiani. Ora è accaduto che, terminato il campionato, Iemmello se n’è dovuto tornare in Liguria. Lo Spezia, per il bomber, aveva molte richieste in serie B. Tanto è vero che l’attaccante s’era già maritato, praticamente a forza, alla Virtus Lanciano. Ma Foggia gli mancava troppo, tant’è vero che qualche volta se ne scappava dagli ex compagni, nel ritiro di Norcia. Poi, come accade a volte nelle favole, la dirigenza del Foggia è riuscita a imporsi sullo Spezia, quelli del Lanciano hanno capito che contrastare un amore così grande non avrebbe fatto loro granché bene, e il giovane re di Foggia, che per amore ha rinunciato alla B per tornarsene in terza serie, è potuto tornare a casa.
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Tra Iemmello e Balotelli c’è un baratro, bardato di rossonero. Da un lato, quello “provinciale” dei satanelli pugliesi dall’altro, quello “più titolato al mondo” dei diavoli di Sinisa Mihajlovic. Se il primo è “sceso” dalla B alla C per amore, il secondo è “sceso” dalla Premier alla Serie A per disperazione, del Liverpool.