Nino, che non aveva paura di sbagliare quel calcio di rigore, camminava che sembrava un uomo, con le scarpette di gomma dura ed il cuore pieno di paura. Altri tempi: era la leva calcistica del ’68. Oggi Francesco De Gregori sarebbe costretto a rivedere il testo di quella fantastica canzone che celebrava i sogni, le speranze e la semplicità di un’Italia che ancora non aveva conosciuto i cellulari e amava, semplicemente, il calcio.
Il calcio moderno televisivo si sposa con quello tecnologico: si diventa calciatori per concorso, per un pugno di euro e un quarto d’ora di celebrità messa in palio all’unico scopo di sponsorizzare un cellulare sull’onda delle mode televisive e del web-voyeurismo dei reality.
“A Parma si terrà l’X Factor del pallone, il talent di Samsung”. In pratica 250 ragazzi, previa iscrizione al sito internet, saranno scelti dalla giuria ‘competente’ del web poi tra questi 66 ragazzi saranno selezionati da una schiera di ‘tecnici’ (chi sarà la Mara Maionchi della pedata???) che poi al Tardini si sfideranno in squadre selezionate in base all’età che va dai 14 fino ai 25 anni. Quindi in due vinceranno un contratto professionistico, uno col Parma l’altro con il Lecce.
Si tratta in soldoni di qualcosa a metà tra le primarie online dei Cinque Stelle e il celeberrimo ‘Campioni’ di Ciccio Graziani e Ilaria D’Amico. Una vera fucina di bidoni e illusioni patinate. Ma la ‘paura’ (virgolette d’obbligo) è che anche nel calcio possa prendere piede una pratica che quasi ha ucciso la Formula Uno. Nel circus motoristico, infatti, esiste il ‘pilota pagante’ e cioè uno sportivo a cui viene affidata la guida di una monoposto grazie alle sontuose borse offerte dagli sponsor. Grazie a questa pratica Bruno Senna, che senza quel mitico cognome probabilmente farebbe l’autista di pullman, ha potuto togliersi lo sfizio di passare un paio d’anni in F1.
Nel calcio qualcosa di simile si è vista già. Proprio in Italia a Perugia prima e Udine poi. Ve lo ricordare il figlio di Gheddafi calcare i campi della Serie A? Ecco, adesso arriverà un figlioccio Samsung. Speriamo almeno che non sia scarso quanto il truce Saadi…
Per il resto, De Gregori non cambi la sua fantastica ‘Leva calcistica del ‘68’. Perché restiamo dell’idea che ‘un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia’. Mica dal telefonino…
@giovannivasso