Un calcio al “Conclave”. Si fa solo per dire, ovviamente. Mentre in tutto il mondo si discute ancora sulla clamorosa rinuncia di Benedetto XVI, tirando in ballo alcune questioni scottanti quali la pedofilia, lo Ior, l’Anticristo e le varie ipotesi sull’abbigliamento delle primo ex-Papa dell’era moderna, in Vaticano si pensa a tutt’altro. Torna, infatti, dentro le mura leonine la Clericus Cup, la specialissima coppa del mondo di calcio che vede contro alcune selezioni di monsignori, preti e seminaristi.
Giocata oggi la partita inaugurale. Sono scesi in campo i campioni uscenti del North American Martyrs contro “la Roja” del Collegio Spagnolo, unica squadra esordiente nel torneo. Oggi e domani, sui campi del Pontificio Oratorio di San Pietro, a due passi dal “cupolone”, si gioca infatti la prima giornata della settima edizione del mondiale calcistico pontificio, organizzato dal Centro sportivo italiano, con il patrocinio dell’Ufficio sport della Cei e del Pontificio Consiglio per i laici e del Pontificio Consiglio della cultura del vaticano.
Sono 355 i sacerdoti e i seminaristi di 56 nazioni al mondo che scenderanno in campo per aggiudicarsi il torneo. Si tratta di un’edizione che il consulente ecclesiastico del Csi, don Alessio Albertini -intervistato dall’agenzia Sir – riconduce all’Anno della fede. “La Clericus Cup 2013 vedrà ogni capitano scendere in campo con una fascia recante la scritta lo slogan ‘Succede a chi ci crede’. Un modo per evidenziare quanto la fede sia capace di grandi sorprese, inaspettate ma straordinariamente belle. Una fede che raggruppa le diversità – spiegano gli organizzatori – che spinge ad andare oltre, che è capace di gesti di rispetto, che spalanca orizzonti nuovi… come questo torneo di calcio. È più di quello che si vede. È più di un pallone che rotola. È una manifestazione bella di chi ci crede”.
Ma al di là dei proclami politically-correct degli organizzatori, chi gioca lo farà esclusivamente per vincere, così come avviene su qualsiasi altro prato verde. Non mancheranno i falli, gli insulti e neanche le imprecazioni. Per queste ultime, le penitenze saranno il cartellino giallo e quello rosso. Uno spettacolo dunque non propriamente santo, corredato pure da tifoserie sugli spalti che si scalderanno proprio come in qualsiasi altra competizione sportiva secolare. Per questo motivo la Santa Sede, che aveva sostenuto l’iniziativa sin dalla prima edizione, con in testa lo juventino Tarcisio Bertone, lo scorso anno ha fatto mancare, tra le polemiche, il proprio patrocinio. Si era sentenziato infatti che “ormai il Clericus fosse divenuto un campionato diseducativo come tutti gli altri”. Quest’anno -bontà sua!- il patrocinio è tornato. Proprio mentre Papa Benedetto invece, ha deciso di “lasciare”.