Il Barcellona inciampa a Milano e Messi contro le italiane si conferma un mezzo bluff. L’insperata vittoria del Milan di Allegri contro i celebratissimi catalani blaugrana ha un sapore stranamente accattivante. Una sorta di disfida, stavolta a San Siro non a Barletta, dove Boateng e Muntari– come fecero Ettore Fieramosca e compagni – hanno annichilito i boriosi campioni d’arme ed aristocrazia riveriti da mezzo mondo sportivo e non. Certo, c’è ancora la partita di ritorno e il ‘Camp Nou’ sarà una bolgia. Ma volete mettere la soddisfazione che si è presa il Milan dato per spacciato persino dai commentatori più moderati fin dal momento in cui il sorteggio di Ginevra ha appaiato le due squadre nell’ottavo di Champions’ League? Nella sfida vittoriosa c’è stata la lettura azzeccata della gara da parte di Allegri: non ha mai pensato di sfidare i catalani sul loro stesso piano, ma ha esaltato il calcio all’italiana: spazi chiusi, pressing asfissiante e ripartenze micidiali. Ormai il calcio del Barça è disinnescabile con alcune formule. E dopo Mourinho con l’Inter del Triplete, un certo utilitarismo difensivista fa scuola…
Se dovesse riuscire l’impresa, Allegri (questo sì che sarebbe incredibile!) riuscirebbe a pareggiare l’impresa epica del 18 maggio del 1994 quando i rossoneri di Savicevic che misero in silenzio con un perentorio 4-0 il tronfio Barcellona di Johan Crujiff.
E poi bisogna riconoscerlo: il celebratissimo Leo Messi, quattro palloni d’oro di fila e un’altra decina di riconoscimenti più o meno prestigiosi, contro le italiane si trasforma, si umanizza. Peggio di quanto riesce a (non) fare in nazionale.
I ‘giganti’ del calcio moderno sonoramente sconfitti a San Siro e solennemente scornati in Italia. Chapeau.
Twitter: @giovannivasso