«Le piccole imprese hanno creato più del doppio dei posti di lavoro delle grandi aziende», lo dice la CGIA di Mestre in un’analisi pubblicata il 13 novembre, riguardante l’occupazione fra 2001 e 2011. Le aziende con meno di 50 addetti hanno creato il 64% dei 711mila posti di lavoro registrati, mentre le grandi aziende hanno contribuito per il 29,9%. La restante percentuale è costituita dalle medie imprese.
Secondo Giuseppe Bortolussi, segretario della CGIA, «l’importanza delle piccole imprese emerge in maniera evidente dalla lettura delle statistiche ufficiali. Stiamo parlando di aziende artigiane-commerciali, di piccole imprese e di attività guidate da liberi professionisti che non chiedono aiuti o prebende, ma una pressione fiscale e un peso della burocrazia in linea con la media europea e la possibilità di accedere con maggiore facilità al credito».
Il sostegno alle piccole imprese, 99,5% del totale italiano, va quindi di pari passo con il rilancio dell’economia dell’Italia, dove ormai i fallimenti sono innumerevoli, quasi 10mila solo nei primi nove mesi del 2013, secondo i dati dell’Istituto Cerved. Una situazione sull’orlo della rottura, per un’economia diventata grande e importante grazie all’iniziativa e l’intraprendenza dei singoli, oggi schiacciati dal peso di uno Stato che si dimostra sempre più iniquo.
@cescofilip