Da eroe (inter)nazionale a bieco sfruttatore di donne povere ed indifese, in Bangladesh il vate del microcredito Muhammad Yunus e la sua banca finiscono commissariati dal governo della premier progressista Sheikh Hasina.
Le accuse che il governo rivolge al fondatore della Grameen Bank, premiato con il Nobel per la Pace (sempreché tale riconoscimento conservi ancora una parvenza di credibilità dopo i flop clamorosi degli ultimi anni, ma questa è un’altra storia..), sono pesantissime e rischiano di comprometterne la scintillante immagine di banchiere (forse l’unico al mondo) che prima degli affari mette la funzione sociale che dovrebbe svolgere un istituto di credito. Per la Hasina, Yunus è un evasore fiscale, titolare di innumerevoli conti esteri segreti utilizzati per beffare il sistema tributario del Bangladesh. In più, alla faccia dei buoni propositi sbandierati, il banchiere dal volto umano avrebbe gestito la Grameen Bank basando la sua strategia sul più bieco nepotismo. I sostenitori di Yunus, però, sottolineano i cattivi rapporti che da almeno sei anni intercorrono tra la premier e l’inventore del microcredito. Questi, infatti, nel 2007, aveva accarezzato l’idea di “scendere in campo” fondando un proprio partito sfidando apertamente le dinastie che da decenni comandano il Bangladesh. Erano i mesi successivi al riconoscimento di Stoccolma: per Yunus era il momento propizio per candidarsi alla guida del Paese. Almeno, così pensò l’ex professore universitario. Il sogno ‘interventista’ nella politica interna fu stroncato sul nascere: i voti erano fin troppo pochi, non sarebbe mai riuscito nemmeno a fare il solletico alla classe dirigente del paese asiatico. Da allora, però, è iniziata la parabola mediatica discendente: decine di clienti hanno accusato la banca di essersi ‘aggiornata’ ai metodi occidentali. Tassi di interesse ritoccati verso l’alto e pignoramenti sarebbero diventati la nuova strategia della Grameen che però, grazie al riconoscimento del Nobel al suo fondatore, riuscì ad ampliare notevolmente il suo ‘mercato’ conquistando centinaia e centinaia di clienti anche al di fuori dell’Asia, approdando persino in Spagna facendo passare il numero dei clienti da sette a 190 milioni. Attualmente l’istituto di credito ha erogato prestiti, ancora in itinere, a nove milioni di persone nel mondo privilegiando le domande presentate dalle donne (il 96% dei crediti, infatti, sarebbe finito nelle tasche di signore provenienti da famiglie disagiate).
Il governo del Bangladesh, adesso, lo ha esautorato e mira a gestire la Grameen Bank “rispettando lo spirito dell’istituto di credito”, cioè conservando la quota del 75% della titolarità della banca a favore dei beneficiari dei prestiti.