Per 8 anni si è preferito far finta di niente. D’altronde è il tipico modo italiano per affrontare i problemi: rinviarli sine die, nella speranza che il tempo li faccia dimenticare. Con Bankitalia è successa la stessa cosa. Nel 2005, con la legge 262, si era deciso di riportare la proprietà della Banca centrale nelle mani pubbliche. Mica un’idea, un’opinione: una legge. Dello Stato. Di quello Stato che, seppure in silenzio, si era reso conto dell’assurdità di una Banca d’Italia controllata dai privati. Dalle banche e dalle assicurazioni che, a loro volta, potevano rispondere ad interessi stranieri. E’ il mercato, bellezza. Appunto. E per evitare che le sorti dell’economia nazionale dipendessero da speculatori italiani e stranieri, si era deciso che lo Stato riprendesse il controllo. Non subito, ovviamente, ma nell’arco di 3 anni.
Ne sono trascorsi 8, nell’indifferenza generale. Nessuno, a destra come a sinistra, che si ricordasse della legge approvata dal Parlamento. Eppure erano stati proprio loro, deputati e senatori così distratti, a votarla. Forse si confondevano con la 626, sulla sicurezza. O forse, dopo aver lanciato il sasso dell’interesse pubblico, avevano preferito nascondere la mano.
Ora però l’ex parlamentare liberale Patuelli, assurto ai vertici dell’Abi, l’associazione dei banchieri, assicura che la legge è anti costituzionale. Ed anche questo è significativo. A decidere cosa è lecito o meno, e persino cosa è costituzionale e cosa non lo è, non sono più i giudici. I banchieri vogliono anche questo potere. D’altronde cos’è, se non una indecente ingerenza negli affari dello Stato italiano, la squallida esibizione muscolare di S&P che declassa il rating italiano? E perché lo declassa? Perché l’Italia, attraverso l’abolizione dell’Imu e la cancellazione dell’aumento dell’Iva stava cercando di restituire ossigeno alle famiglie. Un rischio inaccettabile per i banditi americani. Perché se le famiglie respirano, esiste una possibilità di ripresa. Ma se l’Italia si riprende, lo shopping di aziende (pubbliche e private) a basso costo diventa più complicato. Ed allora i banchieri pretendono la cancellazione di una legge mai applicata, per evitare ogni rischio di autonomia ed indipendenza italiana. Proprio quel che vuole S&P.