Nel tumultuoso concatenarsi di scene movimentate, questa pausa è un’oasi, simile a quelle che punteggiavano La La Land di Damien Chazelle, dove Gosling recitava con Emma Stone. Ripetersi non è originale, ma è opportuno, talora.
Quando Fall Guy riprende il ritmo iniziale, esasperandolo, la vicenda diventa un’emozione che precede un’emozione, cui seguirà un’altra emozione, culminando in un delitto, mentre il protagonista del film diviene irreperibile…
Prima di passare alla regia, David Leitch è stato una controfigura acrobatica e Fall Guy deriva dal libro omonimo di un’altra controfigura, Glen A. Larson, adattata a sceneggiatura da Drew Pearce. L’autobiografia, quindi, serpeggia in ogni momento, ma è difficile cogliere quanto sia di Larson e quanto di Leitch, apparentemente unanimi nel risentimento verso Tom Cruise, uno che ha sempre sostenuto che lui stesso intepreta le scene pericolose.
Fall Guy di David Leitch, con Ryan Gosling, Emily Blunt, Aaron Taylor-Johnson, Hannah Waddinghm, 126′