A Rodi Garganico la ferrovia costeggia il bianco litorale pugliese. Il paese è adagiato su un promontorio roccioso che dà sulle acque azzurre del mare Adriatico.
Una lussureggiante macchia mediterranea circonda il borgo, ma sono gli agrumeti a dominare il paesaggio: Rodi Garganico è nota, in tutta Europa, per la produzione di limoni e di arance.
La Madonna della Libera
Nel centro storico è possibile visitare l’antico santuario della Madonna della Libera. Secondo la leggenda, dopo la conquista ottomana di Costantinopoli nel 1453, i veneziani tentarono di salvare alcune immagini sacre della Vergine Maria: tra queste vi era il dipinto della Madonna della Libera. La galea che la trasportava si arrestò incredibilmente a poche miglia da Rodi Garganico. Il capitano, che era sbarcato per indagare sullo strano fenomeno, trovò su uno scoglio il dipinto: lo ripose nella stiva della nave, sospettando che fosse stato trafugato da qualche marinaio. La mattina seguente la Madonna della Libera fu ritrovata sulla stessa roccia. Si gridò al miracolo e si intuì l’origine sovrannaturale di quanto accaduto: la Vergine Maria voleva che fossero gli abitanti di Rodi Garganico a conservare la sua icona. Il capitano donò il quadro ai rodiani e così poté tornare serenamente a Venezia.
Sui Trabucchi di Peschici
Da Rodi si giunge in pochi minuti a Peschici, l’ultima stazione della ferrovia del Gargano. Durante i giorni di scarsa foschia, affacciandoci verso il mare dalle mura dell’antico castello bizantino, possiamo scorgere all’orizzonte le isole croate. Peschici ha un legame atavico con i Balcani: l’odierno borgo venne fondato nel X secolo da pescatori di origine slava. Il paese è incastonato in una piccola baia rocciosa: il castello venne edificato strategicamente sullo sperone di roccia più alto e maggiormente proteso verso il mare per sfruttare appieno le sue potenzialità difensive. A Peschici è legata un’antica tradizione, i Trabucchi. Sono palafitte di mare costituite da una casina per i pescatori e da un complesso sistema di argani e di pali per sollevare o per calare in acqua una grande rete da pesca. In questo modo si riescono a tirare su grandi quantità di pesce. Questa antica tradizione sta purtroppo scomparendo e di Trabucchi se ne vedono sempre di meno sulle coste molisane (a Termoli, per esempio) e garganiche. Molte sono crollate per l’incuria, mentre altre sono state trasformate in ristoranti con vista mare. Le tecniche per costruire i Trabucchi sono segrete e a Peschici sono due le famiglie che tuttora si tramandano di generazione in generazioni quest’arte artigianale, come nelle medievali gilde muratorie.