L’Archeotreno accompagna i turisti alla scoperta delle bellezze archeologiche di Paestum e Pompei, che anticamente furono due ricche e influenti città della Felix Campania. Già abitata da antiche e spavalde popolazioni italiche, fu colonizzata dai greci, che vi importarono la loro civiltà. La Magna Grecia campana si distinse per una grande vitalità sociale, connubio dell’elemento elleno e di quello autoctono.
Partenza da Napoli
L’Archeotreno parte dalla stazione di Napoli Centrale. Inaugurata dai Borbone, dopo l’Unità d’Italia, in seguito all’aumento del traffico passeggeri, venne ulteriormente potenziata. Agli inizi del Novecento era una delle stazioni italiane più grandi e funzionali. La prima sosta è a San Giorgio a Cremano, ma dura pochi minuti: si riprende subito dopo la marcia alla volta dei parchi archeologici di Pompei e di Paestum. I romani amavano molto soggiornare in Campania, non solo a Ischia o a Capri, ma anche nelle città costiere, veri e propri centri balneari dell’antichità. Nelle loro lussuose ville, circondati da schiavi e da amanti occasionali, i nobili romani davano prova di ostentazione e di edonismo. I film hollywoodiani ci hanno abituato a patrizi estremamente lussuriosi, ubriachi e amanti delle belle arti. Sono esagerazioni, naturalmente, ma i dipinti pompeiani, come quelli dela Villa dei Misteri, ci mostrano una società che sapeva gustare i buoni frutti della vita, soprattutto della terra campana.
Dolce vita campana
Pompei era una città per ricchi. Lo testimoniano le numerose ville romane recuperate durante le numerose campagne di scavo. Il patriziato romano conviveva con i ricchi mercanti che facevano buoni affari con tutto l’impero: il porto pompeiano, da quello che si sa, era affollato di navi cariche di raffinate mercanzie. Offriva grandi opportunità di guadagno e anche i liberti, gli schiavi affrancati, potevano diventare benestanti e magari surclassare per ricchezze i vecchi padroni. Ben note al pubblico sono le ricche ville patrizie con i loro affreschi che ci fanno immaginare un mondo gioioso e amante della buona vita. Lo sfarzo finì ben prima della devastante eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. Qualche anno prima un terremoto aveva raso al suolo buona parte del centro abitato e i ricchi pompeiani avevano preferito traslocare altrove. Quando la pioggia di lapilli, prima, e la lava, successivamente, seppellirono per secoli Pompei, la città era un cantiere al cielo aperto e la dolce vita campana era ormai un ricordo.
Paestum
Come Pompei, anche Paestum aveva origini greche e per secoli fu crocevia di popoli autoctoni o stranieri. La sua vitalità economica, sociale e culturale non scemò con i romani, ma mantenne i suoi alti standard. I consoli e gli imperatori la tennero sempre in grande considerazione, dotandola delle più moderne infrastrutture per soddisfare le esigenze di una cittadinanza tanto raffinata. Quando visitiamo il parco archeologico di Paestum, ci ritroviamo in una vasta piana costellata di antichi templi e di rovine. Lì sorgevano gli affollati fori mercantili e in quelle vie avremmo sicuramente incontrato patrizi, con il seguito di schiavi, borghesi e semplici artigiani. Non fu il Vesuvio a causare la sua rovina, ma il fiume Salso, che scorre tuttora a poca distanza dai resti. Paestum fu abbandonata nel IX secolo d.C., sopravvivendo alle incursioni saracene e barbariche. La piana iniziò a impaludarsi e le cattive condizioni ambientali costrinsero i suoi esigui abitanti a trasferirsi altrove.