C’è una ferrovia che costeggia il bianco e basso litorale adriatico. Parte da Pescara e raggiunge Ancona, dopo aver rasentato le suggestive e abbacinanti spiagge abruzzesi e marchigiane. Il blu marino domina il paesaggio dal finestrino inframezzato da numerose località balneari, vivaci e goliardiche di notte. È una baraonda di neon e di lungomare strabilianti, che fanno di questi luoghi importanti città turistiche.
Pescara, un vate e Flaiano
Pescara è un’accattivante città abruzzese che da diversi anni a questa parte sta crescendo per spessore culturale ed economico, candidandosi per diventare un’appetibile località turistica sul Mar Adriatico. Pescara ha dato i natali al vate arcitaliano, il poeta Gabriele D’Annunzio, e allo scrittore Ennio Flaiano. Il carisma e l’arte dannunziani emergono nelle parole di Marcello Veneziani: “Gabriele D’Annunzio fu il più grandioso nocchiero che traghettò l’Italia dall’Ottocento al Novecento, dalla piccola borghesia di provincia alla nazionalizzazione delle masse, dalla Belle Époque alla guerra, dalla galanteria all’eros, dalla morale all’estetica, dal cavallo al velivolo e al sommergibile, dal culto romantico del genio e dell’eroe al culto moderno del superuomo, ardito trascinatore delle folle.” (Quel Vate per tutti e per nessuno, Il Giornale, 11/03/2013) La stazione di Pescara è un susseguirsi continuo di treni, regionali, interregionali o Freccia Rossa, e c’è l’imbarazzo della scelta per raggiungere Ancora, nelle Marche, o Lecce, in Puglia.
Giulianova
Dopo aver lasciato la stazione di Pescara la ferrovia costeggia le più importanti località balneari abruzzesi: Montesilvano, Silvi, Pineto, Roseto degli Abruzzi. Giulianova è di antica fondazione italica e i romani nel III secolo a.C. la trasformarono in un grande porto sul Mar Adriatico. Subì le pesanti ripercussioni delle invasioni barbariche e della caduta dell’Impero Romano d’Occidente. Nell’Alto Medioevo la città venne consacrata a San Flaviano, martire e patriarca di Costantinopoli, e conobbe una seconda vita nel XVI secolo. Nei pressi dell’antico castro romano, era il mese d luglio 1460, si combattè una cruenta battaglia tra aragonesi e angioini. Una banda di soldati napoletani assaltò il centro abitato, già in rovina, distruggendolo e disperdendo i pochi abitanti. Nel 1471 il duca Giulio Antonio Acquaviva rifondò la città, dandole il suo nome, Giulia Nova. Ispirato dagli ideali e dalle utopie del Rinascimento progettò un centro abitato secondo i modelli architettonici dell’epoca, gli stessi che ritroviamo nei disegni urbanistici di Leonardo da Vinci.