L’ultimo papa re, Pio IX, dotò il suo regno di una rete ferroviaria per favorire lo sviluppo industriale. Nel 1859 fu inaugurata la ferrovia Roma Termini – Civitavecchia, tra le prime strade ferrate italiane in servizio, che permetteva di raggiungere in breve tempo i principali porti pontifici, facilitando così il trasporto delle merci e delle materie prime. La linea ferroviaria ancora oggi costeggia il litorale laziale e si affaccia sul Mar Tirreno, attraversando importanti località balneari, che furono prospere città etrusche. Tra i porti, dal finestrino del treno, è possibile ammirare i suggestivi castelli e fortilizi difensivi, come quello di Santa Severa, costruiti in riva al mare o sugli scogli, tra le acque marine.
Sulla costa laziale
Dopo aver superato le stazioni romane, il treno sosta a Maccarese e a Fregene. Fino ai primi anni del Novecento erano piccoli villaggi di contadini, circondati da immense paludi. A partire dal 1925 il governo fascista, con l’aiuto di fondi economici privati, riqualificò con un ampio programma di lavori pubblici le terre palustri, convertendole all’agricoltura intensiva. Fregene e Maccarese sono oggi due ambite località di mare, consacrate al turismo di massa. La borghesia romana le elesse a luogo ideale per le vacanze estive e Federico Fellini, come Ettore Scola o Alberto Moravia, era solito dimorarvi nei mesi caldi. Palidoro è la fermata successiva. In questa città, il 23 settembre 1943, il vice brigadiere Salvo D’Acquisto si sacrificò per salvare la vita a 22 innocenti. Il carabiniere chiese e ottenne di essere giustiziato al loro posto.
Porti etruschi
Ladispoli sorge sui resti di un antico porto etrusco e il suo buon clima e le splendide spiagge la resero un’affascinante meta vacanziera per le nobili famiglie romane. Secondo Cicerone, Giulio Cesare e Gneo Pompeo vi costruirono enormi e lussuose ville e i papi rinascimenti, i Borgia in testa, non disdegnavano di soggiornarvi in estate. Cerveteri, l’antica Caere Vetus, è l’ultima grande stazione ferroviaria prima di Civitavecchia. Gli antichi greci rispettavano e lodavano i suoi abitanti, considerati tra i più saggi e onesti dell’intero Lazio. Ai cerveterani fu così concessa la costruzione di un tempio votivo nel santuario di Apollo, a Delfi, in Grecia.
Civitas Vetula
Il treno termina la sua corsa a Civitavecchia, Civitas Vetula in latino, che è ancora oggi uno dei più grandi porti d’Italia e d’Europa. Già nel periodo etrusco, quando fu fondato, era uno scalo commerciale di rilievo e i romani potenziarono ancor di più i servizi portuali. I bizantini, prima, e i papi, successivamente, tennero in grande considerazione Civitavecchia, arginando la decadenza del borgo e allontanando la minaccia saracena. Le incursioni erano alle volte così violente da spingere la popolazione a lasciare ma mano la città per i Monti della Tolfa. Durante l’epoca delle crociate un viavai continuo di navi affollava le banchine del porto: i crociati attendevano lì i messi pontifici in attesa di partire per la Terra Santa. Quando il 9 febbraio 1849 venne proclamata la Repubblica Romana, il tricolore rivoluzionario fu sventolato per la prima volta dal Forte Michelangelo, il fortilizio a difesa della cala. Le truppe francesi, giunte in aiuto del papa, sbarcarono a Civitavecchia il 24 marzo dello stesso anno e, senza colpo ferire, misero in fuga i rivoltosi. Da qui partirono le colonne militari che posero fine ai sogni repubblicani dei romani.