Tortoreto e Alba Adriatica, in Abruzzo, e poi San Benedetto del Tronto e la vicina Grottammare, nelle Marche, i treni diretti ad Ancona sostano senza fine nelle tante stazioni disseminate lungo la costa adriatica. Dal finestrino è un susseguirsi di lidi balneari che colorano con gli ombrelloni variopinti il biancore delle spiagge.
Le grotte di Sisto V
Il 3 dicembre 1521 a Grottammare nacque papa Sisto V, al secolo Felice Peretti. Il suo carisma e la sua vasta cultura umanistica furono decisivi negli anni della Controriforma per ridare spessore ad una Chiesa Cattolica fiaccata dall’imperversante Riforma Protestante. Fu l’uomo chiave del pontificato di san Pio V e si distinse per il suo zelo nel difendere l’ortodossia cattolica: fu inquisitore a Venezia, in Spagna e dovunque vi fosse necessità. Nel 1585 venne eletto papa con il nome di Sisto V e si impegnò per riportare Roma ai suoi antichi fasti. Cogliendo i sommovimenti culturali dell’epoca, promosse gli studi umanistici e scientifici, finanziando lo Studium Urbis e fondando la Biblioteca Vaticana. Tutto il suo regno fu votato al risanamento morale e spirituale di Roma, parallelo a un rilevante mecenatismo: il papa commissionò importanti opere d’arte ai migliori artisti dell’epoca e affidò la direzione dei cantieri al suo architetto di fiducia, lo svizzero Domenico Fontana.
La casa di Maria
Secondo la leggenda, nel 1296 alcuni angeli traslarono la casa della Vergine Maria nelle Marche. Ormai da tempo i crociati erano stati cacciati dalla Terra Santa e i turchi minacciavano i luoghi santi della cristianità. I cristiani d’oriente si recavano in pellegrinaggio presso una modesta abitazione a Nazareth: si riteneva che lì fosse vissuta la Madonna dopo l’ascensione di suo figlia al Cielo. Il 10 maggio 1291 la dimora di Maria comparve a Fiume, in Croazia. Alcuni angeli la salvarono dalla violenza iconoclasta dei selgiuchidi portandola in volo in luoghi più sicuri. Nel 1296 fu rinvenuta su un colle nei pressi di Porto Recanati. Lì, nei decenni successivi, sorse la città di Loreto e l’omonimo santuario, che tuttora è meta di grandi e sentiti pellegrinaggi. Nel Duecento il rilievo era disabitato e un folto bosco di lauri lo circondava. In latino era chiamato Lauretum ed è facile intuire l’origine del toponimo del noto centro abitato marchigiano.