Cosa può esserci di visionario in un romanzo di Jeffery Deaver? Lo so, lo so. Poco e niente. E’ uno di quegli autori che scrivono, scrivono e scrivono ma sono su un pianeta diverso rispetto ai visionari come li intendiamo noi, da David Foster Wallace in poi. Difficile infatti trovare spunti che vadano oltre una storia thriller, anche se avvincente certo, negli scritti dello statunitense. Vabbeh, ci abbiamo provato.
‘Hard news’ è il terzo passaggio della ‘trilogia di Rune’, avviata dallo scrittore nel 1988 con ‘Nero a Manhattan’ e ‘Requiem per una pornostar’. Il filone principale riguarda le avventure della giovane Rune, che cerca la sua verità. In ‘Hard news’ è un assistente cameraman nella redazione di un importante programma di news negli Stati Uniti e si imbatte in una storia più grande di lei. Una storia che potrebbe tirare fuori di prigione un uomo che lei stessa, grazie al ritrovamento di materiale nuovo rispetto alle prime indagini, ritiene innocente.
E proprio per amore della verità e dell’innocenza inizia una affannosa rincorsa: il suo obiettivo è confezionare un servizio che possa ristabilire l’onore di quell’uomo. Ma nel frattempo ne succedono di tutti i colori. Rune si ritrova improvvisamente madre, la sua barca prende fuoco e diverse altre vicissitudini. Tutte svolte narrative che però servono solo a tenere alta l’attenzione del lettore, e che poco portano alla narrazione complessiva. Ma del resto il thriller questo è, coi suoi pro e i suoi contro: una storia che non ha un secondo messaggio, una seconda chiave di lettura. E’ una storia, che dunque deve essere avvincente e ricca di colpi di scena.
Dunque Deaver, che fino a questo punto della sua carriera ha scritto una marea di romanzi ricevendo in cambio anche diversi prestigiosi riconoscimenti, difficilmente scalerà la classifica di Visio sugli scrittori più visionari di sempre.