Cresce l’attesa per l’arrivo di Fight Club 2, la collana di dieci volumi della graphic novel con cui Chuck Palahniuk ha fissato il sequel del suo primo capolavoro con la Dark Horse. E proprio in occasione della prossima uscita con la Bao Publishing a settembre 2016, Newsarama ha intervistato proprio lo scrittore di Portland.
“Ci sono così tanti aspetti differenti nel raccontare una storia – spiega Palahniuk – dovendo descrivere l’aspetto visivo di ogni scena e il contenuto di ogni vignetta, componendo un movimento dall’inizio alla fine. Perciò tutti questi trucchi per suggerire l’azione, preparare una grossa rivelazione alla fine di una tavola di destra così da avere il colpo di scena all’inizio di una tavola di sinistra, sono elementi sconvolgenti, se non sei abituato a definire una storia nel più piccolo dettaglio”.
Palahniuk poi si sofferma sulle modalità con cui ha composto la sua storia. “In questo caso ho scritto la trama completa ancor prima di proporla alla Dark Horse, perché volevo che i disegnatori e gli editor sapessero chi erano i personaggi principali, quali luoghi si sarebbero visti, con molta attenzione agli elementi ricorrenti. Ma, mentre i numeri stavano uscendo, andavo alle convention e parlavo con i lettori, scoprendo quali fossero le loro aspettative. Perciò continuavo a riscrivere i numeri che dovevano ancora essere pubblicati, così da poter soddisfare i loro desideri che scoprivo all’ultimo momento. Come ho fatto a scrivere per un fumetto? Ho comprato un libro, uno di quei manuali per principianti, su come iniziare una carriera nel fumetto. È stato il mio unico addestramento, poi ho passato le mie sceneggiature a Chelsea e Matt Fraction che mi hanno dato qualche consiglio. Ero un po’ spaventato all’idea di utilizzare i trucchi o lo stile di qualcun altro, volevo farcela da solo. Qualche volta quando insegno mi rendo conto che gli errori dei miei studenti sono anche le cose più accattivanti e originali, perciò volevo provare e sbagliare, creare uno stile personale dai miei errori”.