“Ci troviamo dentro un sistema che non può funzionare. E che in effetti non funziona. Mi pare evidente: se vogliamo essere franchi e realisti, dobbiamo dire che il jihadismo in Francia sta prendendo piede e non si fermerà”. Chi meglio di Michel Houellebecq, intervistato sul palco dell’evento Collisioni e ripreso dalla versione digitale del quotidiano La Stampa, potrebbe provare a pensare il futuro? Lo scrittore francese è il candidato numero uno in percorsi del genere, soprattutto dopo il suo successo editoriale ‘Sottomissione’, in cui immagina una Francia dentro fino al collo al problema integrazione.
“Io non voglio fare il profeta a tutti i costi – ha spiegato dal palco lo scrittore visionario francese – non voglio dire che cosa succederà. Ma non è così difficile ipotizzare che l’uomo di domani sarà il contrario del nichilista di oggi, che l’uomo dell’avvenire sarà molto probabilmente un monoteista”.
E a chi gli chiede se, dopo gli attentati di Parigi e di Nizza, il processo di integrazione in Francia e in Europa sia fallito, risponde ma soltanto dopo lunghe pause. “Non lo so, non è un fallimento così chiaro. Ma il punto non è se l’integrazione ha avuto successo o meno. Il nodo è che siamo di fronte a una questione religiosa, piuttosto che etnica. Ho come la sensazione che l’avvenire in Europa non sia poi così prevedibile”.