Da buon visionario Irvine Welsh ha “sempre sognato gli stati uniti d’Europa”. E quale momento migliore per parlare con lo scrittore scozzese del futuro del continente se non questo, in cui la Brexit sta sconvolgendo il vecchio continente?
Il 57enne scrittore – come riporta una sua intervista al quotidiano Repubblica – vive ancora nella sua Edimburgo, dove ha ambientato il manifesto di una generazione bruciata poi film di culto di Danny Boyle, ossia Trainspotting. E non credeva andasse a finire così. Eppure, non ha fatto niente per evitarlo. “No, non sono andato a votare, perché non mi presto a questo gioco di élite. Ma tutti e due i fronti, Leave e Remain, non mi sono mai piaciuti. Da un lato l’establishment continentale aveva bisogno di un bel ceffone. Ma dall’altro il Regno Unito ha forse ucciso il sogno europeo, che qui in Scozia è ancora molto forte. I britannici, soprattutto i più poveri, erano troppo arrabbiati con le élite. Non c’entra l’Europa in sé. È gente delusa, disillusa, esclusa. I politici fanno finta di non vedere queste persone. L’economia è un disastro. Cosa vi aspettavate?”.
E ora l’Europa è diventata un miraggio. “Eppure resta uno dei mondi ideali, soprattutto a confronto con l’imperialismo e il neoliberalismo violento di Londra. Ma, nel frattempo, l’Europa ha ceduto alle banche, alla globalizzazione selvaggia, ai comportamenti antidemocratici della Commissione. L’Ue è un progetto fallito e deve cambiare radicalmente se vuole sopravvivere, recuperare gli ideali libertari e democratici che ha abbandonato per convenienza o egoismo. Noi scozzesi siamo sempre stati europeisti e lo abbiamo dimostrato anche stavolta”.