Un uomo e una donna camminano di notte lungo una strada che costeggia il cimitero. E’ la prima frase di questo racconto di Haruki Murakami, dal titolo “Zombi”, a disegnare subito il contorno dark, tra l’horror e il gotico, in cui si svolge la scena. “Sembra il video di Michael Jackson…”, dirà lei, riferendosi a Thriller. E qui sta tutta la parte horror. Che arriva poi alla trasformazione di lui in zombie. Uno mostro famelico che attacca la donna cercando di sbranarla.
Perché è visionario? Il finale ci mostra il lato profondo e intimo di Murakami, che questa volta sa di dark, di gotico. Perché mette in campo il lato oscuro di ognuno di noi. Ossia le paure. Paure che poi rivediamo nei nostri sogni. Niente amore tra uomo e donna stavolta per Murakami, niente estraneazione dalla società, niente gatti o poesia. Stavolta lo scrittore giapponese centra in pieno il valore visionario che Visio ama di più, puntando tutto su ansie, paure e sogni.
Come nel finale, quando lei si sveglia dopo l’aggressione del compagno. Tutto finito? No. Ecco il colpo di scena. Con una semplice domanda lei capisce che quel sogno in realtà è solo la proiezione di una paura vissuta realmente. Proprio nel letto, tra le braccia del suo amato/zombie.
Haruki Murakami è al nono posto della classifica di Visio sugli scrittori più visionari di sempre dopo le analisi di After Dark, Sonno, A sud del confine, a ovest del sole, Uomini senza donne.