Il suo fazzoletto rosso di sangue, sventolato contro il fuoco dei paracadutisti britannici, è una delle immagini simbolo del Bloody Sunday, la strage di Derry, nelle Sei Contee, dove nel 1972 caddero 14 persone in un episodio divenuto simbolo per gli irlandesi della repressione.
Edward Daly, da sconosciuto prete della St Eugene’s Cathedral,divenne simbolo di una delle tragedie dell’irredentismo cattolico irlandese. E’ morto in ospedale a 82 anni circondato dai familiari. La Domenica di Sangue, raccontata da libri, film e canzoni, come “Sunday Bloody Sunday” degli U2, vide proprio in Daly e nel suo gesto la forza della resistenza pacifica all’oppressione che il religioso ha poi incarnato per tutta la vita, promuovendo quel processo di riconciliazione concluso solo negli anno ’90.
Quel 30 gennaio del 1972 la tensione era altissima a Derry, città dell’Irlanda del Nord ribattezzata dai britannici Londonderry, e i soldati del I battaglione paracadutisti di Sua Maestà non esitarono ad aprire il fuoco su una folla inerme di cittadini cattolici che manifestavano per i loro diritti. Daly era lì e quando caddero le prime persone cerco’ di soccorrerle. Poi, di fronte ai colpi di fucile che continuavano ad arrivare dalle posizioni occupate dai militari, alzò al cielo quel fazzoletto impregnato di sangue, subito immortalato da un fotografo. Tredici persone, la maggior parte delle quali giovanissime, furono colpite a morte, mentre una quattordicesima spirò quattro mesi più tardi per le ferite riportate. Dopo due anni da quei fatti, nel 1974, divenne vescovo di Derry, carica che non riuscì a mantenere fino agli accordi del Venerdì santo, nel 1998, che segnarono la fine dei Troubles. Nel 1994 infatti aveva dovuto lasciare la guida della diocesi per problemi di salute, sebbene abbia continuato anche in seguito a fare il cappellano per rimanere comunque vicino alla comunità.
Nelle Sei contee si muore ancora
L’ultimo esempio è stato l’assassinio a Belfast di John Boreland, ritenuto uno dei leader nell’Ulster Defence Association (Uda), fra i maggiori gruppi paramilitari unionisti durante la guerra civile. Ennesima vittima di probabili regolamenti di conti fratricidi tra reduci trasformati ormai in gangster.