Il voto di domenica scorsa – parziale quanto volete, sia per estensione territoriale che per partecipazione – sancisce alcuni dati difficilmente confutabili.
Il ventennio berlusconiano è chiuso. La Lega sotto la leadership di Matteo Salvini oggi rappresenta la prima forza popolare e sovranista in Italia e per questo demolisce letteralmente i concorrenti interni alla coalizione anti-PD. Mentre il progetto antipopolare e antipatriottico di Renzi sembra frenare ma non franare, diventa sempre più necessario ed urgente dare vita ad un fronte sovranista e identitario composito.
Carl Schmitt ci ha insegnato che la politica si basa sulla distinzione amico-nemico, di conseguenza per fare politica è necessaria l’identificazione del nemico tanto quanto la relazione con l’amico. Che vuol dire: mettersi in campo, avere di fianco l’amico e superare dubbi ed esitazioni.
La nascita di Patriæ a marzo dello scorso anno fu – forse non cronologicamente, ma certo in termini di sdoganamento – il primo passo di un mondo che si avvicinava alle istanze e ai progetti anti-eurocratici della lega salviniana.
Credo che questo faccia simbolicamente il paio con la massiccia partecipazione di Casa Pound Italia al corteo della Lega Nord contro l’immigrazione clandestina. Entrambe le cose sono segni di un mondo che sta costruendo nuovi percorsi che parlano a tutte le latitudini dell’area politica non conforme.
A queste si somma la volontà di molti provenienti da quella che fu la destra sociale di contribuire alla costruzione di un fronte che possiamo definire latu sensu lepenista.
Mi permetto alcune considerazioni. Non serve competere all’interno del medesimo bacino: ciò che conta è riunire le forze oggi disperse. E a nulla deve importare chi abbia la primogenitura di progetti, chi la forza militante, chi strutture politiche più collaudate.
Di fronte alla grande occasione di partecipare a una battaglia epocale nessuno escluda e nessuno si escluda: la possibilità di creare un movimento sovranista contro tutti i nostri nemici è al di sopra di ogni altra considerazione.
Credo possa valere ancora – più di tanti discorsi e autocelebrazioni – ciò che scrivemmo alla nascita di Patriæ: «Partiamo da “destra” ma – per guardare avanti e poter diventare incisivi nei processi politici di domani e nelle battaglie di oggi – crediamo doveroso intraprendere una nuova strada, sulla quale vorremmo incontrare tutti coloro che, singoli o soggetti organizzati, condividono la battaglia contro l’Euro, in nome della libertà e dell’indipendenza.» L’incontro tra culture politiche e sociali diverse su temi che accomunano è il fatto nuovo su cui si deve prendere posizione e costruire la nuova battaglia. Nel momento in cui nasceranno – come spero presto accada – nuovi contenitori politici per questo mondo credo sarà doveroso esserci. Insieme. Fino in fondo. Io ci sarò. Senza dubbi né esitazioni.
*Associazione Patriae
@barbadilloit