• Home
  • Il Clan
  • Privacy Policy
  • Contatti
mercoledì 10 Agosto 2022
No Result
View All Result
Barbadillo
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Barbadillo
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Barbadillo
Home Fumetti

Trent’anni fa sbarcarono in Italia i Cavalieri dello Zodiaco

Il ritorno dell'epos cavalleresco nel miracolo (linguistico) di una scommessa azzardata in un cartoon giapponese

by Giovanni Vasso
27 Marzo 2021
in Fumetti, Televisionando
0

Trent’anni fa, sui circuiti delle tv private e locali, andava in onda in Italia la prima puntata di una saga che avrebbe marchiato a fuoco l’immaginario collettivo di un’intera generazione: i Cavalieri dello Zodiaco.

Se ciò è accaduto è stato grazie a una genialata tutta italiana: al doppiaggio – peste colga chi s’ostina a negargli la dignità artistica che merita! – decisero di caratterizzare quella serie giapponese sulle avventure di un gruppo di ragazzini accomunati dal destino di servire Lady Isabel e diventare suoi paladini, con un eloquio forbitissimo e dal sapore medievale. Pur sempre di cavalieri si trattava. Certo, era una scommessa presentare ai bambini degli anni ’90, che crescevano a cheeseburger e Hulk Hogan, dei ragazzini che parlavano come il Lancillotto di Chretien de Troyes. Eppure fu vinta, alla faccia di chi – oggi ancora – s’ostina a livellare tutto verso il basso perché “tutti devono poter capire”.

I monologhi, sottratti alla banalità che ci si attenderebbe da un cartone per bambini, rappresentarono – e rappresentano oggi ancora – uno degli elementi distintivi di maggiore forza della saga di Pegasus, Cristal, Sirio il Dragone, Andromeda, Phoenix, lady Isabel e compagnia. La sospensione dell’incredulità funziona proprio grazie agli artifici retorici scelti in sede di doppiaggio. Provate ad ascoltare quanto urla il Dragone, alla casa del Cancro: il cavaliere d’oro gli ha appena ucciso l’amatissima Fiore di Luna, lui esanime è rianimato, dalla rabbia dell’amore offeso e, ancora di più, dalla forza di chi s’oppone alla malvagità della prepotenza, cieca e ottusa, che fa del male per il gusto di imporsi agli altri. E’ un piccolo capolavoro.

 

Quella sorta di parlar cortese creò un universo e rese “autentiche” le prove e le avventure di quei ragazzini che si ritrovarono a passare le pene dell’inferno, ad affrontare autentici mostri, a patire tradimenti e a sbattere la testa, a soffrire e a rischiare, più e più volte, di lasciarci le penne, insieme all’armatura. Per un destino, quello di cavalieri, che non si sono nemmeno scelti ma che perseguono a tutti i costi. Rischiarono, per la morale “occidentale” utilitaristica, di morire per nulla: svelarono a quei bambini la grandezza e l’ineffabile bellezza  dell’etica del dono, alla massima potenza.

Il miracolo di quella serie fu quello di coinvolgere, fin da subito, i ragazzi a immedesimarsi in quegli eroi e, talora, in quella visione del mondo presieduta da  Lady Isabel, pretesa reincarnazione della dea Atena, che rappresentò il miracolo della bellezza angelicata nell’universo di quei cavalieri. Più che Atena, guerriera e fonte del diritto, era una formidabile Afrodite con tanto di cintura: bellissima, sensuale, fragile. La sua immagine, fissa e immobile, divina nella sofferenza e terribile nella potenza: pare quasi un’icona bizantina, maestosa e stupenda theotokos.

Quel manga, in fondo, causò un piccolo cortocircuito culturale. Riportò in vita tutto quello che Miguel de Cervantes aveva spazzato via con il Don Chisciotte: non più Amadigi di Gaula o di Grecia innamorato di Oriana, ma l’inesorabile Tisifone che rincorre, odiandolo per amore, Pegasus; non più l’insensibile e devoto Galahad ma il freddo e determinato Crystal. Tradizioni, linee culturali e di pensiero lontanissime e l’una estranea all’altra, dal Giappone alle rive del Mediterraneo. Suggestioni, in fondo, niente di più. Specialmente se si considera che certe scelte dei doppiatori furono giustificate dalla necessità di edulcorare i toni ritenuti violenti della serie originale e che il cartone stesso arrivò in Italia grazie a chi pensava di montarci su un bel po’ di merchandising (come poi, effettivamente, accadde).

Però certe cose non stanno a badare troppo alle intenzioni degli uomini. E l’archetipo del cavaliere che si dona alla Signora, quello sì universale, fu risvegliato nell’epoca del massimo edonismo occidentale. Grazie all’idea balzana, a quella scommessa folle dei doppiatori, di far parlare dei ragazzini come degli adulti sapientissimi e cortesi.

Giovanni Vasso

Giovanni Vasso

Giovanni Vasso su Barbadillo.it

Tags: Barbadillocartooncavalieri dello zodiacodoppiaggiogiovanni vassoManga

Related Posts

Stranger Things-mania

Stranger Things-mania

27 Luglio 2022
Serie-Tv. Il ritorno degli U-Boot

Serie-Tv. Il ritorno degli U-Boot

22 Luglio 2022

Vitalia e la riscoperta della festa

Gli Anelli del Potere: Tolkien alla prova di Amazon prime

Addio al fumettista Balzano, papà di Zora la Vampira

Icona Tv. Addio a Tito Stagno: dalla sbarco sulla Luna alla Domenica Sportiva

“Incastrati” di Ficarra&Picone ovvero come sfottere le serie-tv e far riflettere sulla Sicilia

Serie-tv. Alice Arcuri sarà l’infettivologa in “Doc Nelle tue mani”

Perché vedere su Netflix “Sex Education”

Più letti

  • L’intervista.  Goikoetxea: “Il fallo su Maradona? La mia croce”

    L’intervista. Goikoetxea: “Il fallo su Maradona? La mia croce”

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Segnalibro. “Eurasia” e l’attuale ciclo politico dell’Europa

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Difesa. La memoria del cordiale in bustina (simbolo di un’Italia che non c’è più)

    33 shares
    Share 33 Tweet 0
  • Il caso. Arriva Rosiko il gioco da tavola di guerra tra i quartieri di Roma

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Statistiche. Tutti i colori delle maglie del calcio italiano: prevale il rosso

    0 shares
    Share 0 Tweet 0

Seguici su Facebook

Siti amici

  • 10 righe dai libri
  • Appennini di Gian Luca Diamanti
  • Arianna Editrice
  • Associazione Eumeswil Firenze
  • Calcio e statistiche
  • Diretta.it
  • Eclettica edizioni
  • Finanza Sexy
  • Hamelin Prog – Progressive Rock Magazine
  • Il blog di Roberto Perrone
  • Il diario del gigante Paolo Isotta
  • L'eminente dignità del provvisorio
  • linkiesta
  • melascrivo
  • Polémia
  • Rivista Visio
  • SilviaValerio.it
  • Storia in rete
Facebook Twitter Instagram

“All’orizzonte di quell’oceano ci sarebbe stata sempre un’altra isola, per riparsi durante un tifone, o per riposarsi e amare”.
Hugo Pratt

Barbadillo è un laboratorio di idee nel mare del web che, a differenza d’altri, non naviga a vista. Aspira ad essere un hub non conformista, un approdo libero nel quale raccogliere pensieri e parole e dove donne e uomini in marcia possono fermarsi a discutere insieme di politica, ecologia, musica, film, calcio, calci, pugni e rivoluzione.

Ultimi articoli

Cultura. Scarabelli: “L’autobiografia spirituale di Evola, con vista sul privato del filosofo”

“Diorama filosofico”: Evola, lo Stato e le idee in senso tradizionale

9 Agosto 2022
Giornale di Bordo. Le elezioni, la Meloni, e la metafora del ciclismo al Vigorelli

Giornale di Bordo. Le elezioni, la Meloni, e la metafora del ciclismo al Vigorelli

9 Agosto 2022
Heliopolis/7. Se i “responsabili” sono i garanti della nuova schiavitù

Heliopolis/7. Se i “responsabili” sono i garanti della nuova schiavitù

9 Agosto 2022

Ultimi commenti

  • Guidobono su La crisi del M5S: la fine dei miracolati
  • Ferna su Calenda è più furbo dei sondaggisti: il grande centro non esiste
  • Guidobono su La crisi del M5S: la fine dei miracolati
  • Massimo Lavezzo Cassinelli su Russia-Ucraina. Riflessioni dopo oltre 5 mesi di conflitto
  • Valter Ameglio su “Trent’anni e un giorno” di Fabio Granata e Peppe Nanni e il dovere della memoria. Un estratto
  • Guidobono su Segnalibro. Testimoni della decadenza da Aristotele a Ovidio
  • paleolibertario su Segnalibro. Testimoni della decadenza da Aristotele a Ovidio

with by amdotcom

No Result
View All Result
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Questo sito utilizza cookie per fornirti la migliore esperienza di navigazione. Se continui nella navigazione acconsenti all'uso dei cookie.OkLeggi di più