Ho letto con interesse, come sempre, l’articolo dell’amico Malgieri sulla morte del sovranismo, ma non sono del tutto d’accordo con i suoi assunti – e con altri analoghi contributi apparsi su Barbadillo – e cercherò di spiegare il più brevemente possibile il perché. Intanto, credo sia il caso di risolvere in via preliminare una questione lessicale: il sovranismo è la declinazione ideologica di una categoria fondamentale della politica, e cioè la sovranità, un po’ come il populismo lo è del popolo; in quanto tale, andrebbe inteso, a mio parere, come tendenza, come criterio interpretativo di tutti gli accadimenti politici; insomma, è una specie di perimetro, al cui interno si succedono azioni e reazioni e s’immette questo o quel contenuto ideologico. Di sovranismo si è tornati a parlare – non soltanto in Italia – da quando si è fatta opprimente la pressione dell’Unione Europea, che con i suoi organi ha emanato una normativa vincolistica (soprattutto in materia economica, ma non solo); una situazione che deriva dalla sottoscrizione di trattati, mediante i quali ogni Stato, come l’Italia, ha devoluto quote della propria sovranità a questa istituzione sovranazionale.
Ma l’Ue è ancora lì
E’ appena il caso di ricordare che, fra le prerogative di uno Stato, in primo piano c’è quella di battere moneta e che da più parti sono cresciute le critiche all’Unione, nata sulla base di comuni interessi economici, prima, e poi costruita a partire dall’unificazione monetaria, ma finora incapace di avviare un percorso di unificazione politica e di armonizzare, se non di omogeneizzare, funzioni cruciali della sovranità, quali la difesa, la sicurezza, la fiscalità, la giustizia e i protocolli sanitari. Insomma, l’Unione è rimasta sostanzialmente un’entità finanziaria, con una Banca Centrale priva del compito di prestatore di ultima istanza, e burocratica, con una pletora di funzionari, votati alla produzione di una miriade di norme in grado d’ingessare la vita quotidiana degli europei e in particolare dei produttori.
Questa sorta di preambolo era necessario, perché anche la sovranità si concretizza nella individuazione costante dell’Amico e del Nemico e non è un caso che proprio l’Unione Europea venga oggi percepita da un numero crescente di italiani come “Nemico”. Quindi, affermare che la declinazione politica della sovranità, cioè il sovranismo, è al tramonto, mi pare destituito di fondamento più che mai in questa fase storica. Si tenga presente che, anche prima della crisi da Covid, si erano profilate all’orizzonte misure – e relative contromisure – protezioniste (si pensi alla guerra commerciale USA-Cina), ma anche provvedimenti limitativi dell’abbattimento di confini (pensiamo alle sanzioni anti-russe e alla sostanziale sospensione di Schengen); un aspetto, quello del superamento dei confini, costitutivo dell’Unione Europea, ma riscontrabile anche in altre aree geopolitiche e, in genere, in un diffuso mainstream mediatico. Per inciso, che la sovranità si estenda anche al territorio – altra componente fondativa della stessa – è dimostrato dalle tante e differenti controversie, più o meno latenti, sull’intero pianeta, dalla questione israelo-palestinese ai contrasti russo-giapponesi per le isole Kurili, al conflitto, per ora sopito, tra India e Pakistan per il Kashmir, e via elencando.
Ora, proprio la crisi generalizzata conseguente alla pandemia, lungi dal decretare la fine del sovranismo, ne determina a mio avviso la reviviscenza, come del resto confermano i recenti atteggiamenti all’interno della stessa Unione Europea, Germania in testa; e non mi riferisco a partiti e partitini confinati all’opposizione, ma a compagini di governo (il caso della pronuncia della Corte tedesca a proposito dei provvedimenti della BCE è solo il più clamoroso, ma potremmo citare le misure “protezioniste” dell’Ungheria o l’atteggiamento dell’Olanda, ostile nei confronti dell’Italia e della sua propensione al debito). Quindi, siamo tornati alle frontiere chiuse – già prima del Covid, ce lo aveva dimostrato la Francia, con gli immigrati di Ventimiglia – anche per le merci: la questione delle mascherine e dei divieti incrociati di esportazione ne è l’ennesima riprova. Gli stessi provvedimenti di vari governi, per arginare il fenomeno della delocalizzazione, spingono addirittura verso un revival dell’autarchia: perfino in Italia, da più parti s’invocano i consumi e le vacanze assolutamente nostrani.
Dividersi è un errore
E veniamo appunto alla nostra situazione politica. Le critiche alla condotta della Lega e del suo leader sono talmente scontate che non varrebbe la pena insistervi: incapacità di tessere relazioni all’interno della compagine europea, sia quando era al governo che dai banchi dell’opposizione; limiti strategici – a fronte di qualche successo tattico – in materia d’immigrazione; mancanza di coraggio nel portare avanti i programmi sbandierati in campagna elettorale; incapacità di elaborare una cultura – prima ancora che dei programmi – atta a sostenere una strategia di lungo periodo, e potremmo continuare; ma va ricordato almeno un ultimo punto, ed è quello dei limiti mostrati da Salvini e dalla sua classe dirigente nel mettere a frutto i consensi riscossi nelle varie elezioni regionali e nei sondaggi di qualche tempo fa, specialmente nei rapporti con gli alleati del centrodestra.
Malgieri mette bene in evidenza come le tre forze – Lega, FDI e Forza Italia – siano divise nel Parlamento Europeo, e non solo per la rispettiva appartenenza a tre diversi gruppi, ma spesso anche su argomenti non secondari. C’era una vecchia massima del marx-leninismo che recitava “marciare divisi per colpire uniti”, ma una tale linea presuppone l’esistenza di un progetto comune, e questo non appare (specie rispetto a Forza Italia).
Detto questo, però, sarebbe a parer mio un grave errore non solo continuare a dividersi, ma anche rinunciare alla difesa della sovranità – e di quella realtà connessa che si chiama identità – più che mai messa repentaglio anche da forze nazionali come il PD e parte della Chiesa: dev’essere chiaro che se non si riuscirà a cambiare l’Unione Europea, con la sua cultura appiattita sul liberismo fattore di pericolose e inique disuguaglianze, sulla maniacale attenzione ai bilanci, sulla propensione all’austerità, sulla conservazione degli attuali assetti egemonici, sull’egoismo e la miopia in materia d’immigrazione, sull’esasperato laicismo, parlare di decisioni dei governi nazionali sarà una pura illusione.
Andare oltre
Il sovranismo, con la sua istanza primaria di difesa degli interessi nazionali – ripetiamo, non soltanto economici – non solo non può essere messo in discussione, ma rimette in discussione gli assetti della politica interna e spinge a guardare aldilà dei perimetri disegnati dalla politica “tolemaica”, imperniata sulle contrapposizioni destra/sinistra. In uno degli scritti apparsi ultimamente su Barbadillo si ricordava la decisione di Alain de Benoist di votare, alle presidenziali francesi, per l’esponente della sinistra anticapitalista: una decisione forse sbagliata nel caso di specie, ma un’indicazione da non sottovalutare per l’immediato futuro post-Covid (si guardi all’atteggiamento anti-MES dei Cinquestelle, forse pentiti di alcune loro avventate opzioni europee, ma anche alle aperture palesate da alcune componenti dell’attuale maggioranza in tema di partecipazione dei lavoratori alle imprese). Il tutto, senza dimenticare che, per forza di cose, sul palcoscenico della politica possono recitare soltanto gli attori che su quelle tavole sono stati capaci di salire, e sono loro, e non un immaginario “deus ex machina”, a recitare i copioni che ci piacciono e ci dispacciono.
“Maniacale attenzione ai bilanci”? Dove, quando, se siamo sempre più indebitati, a causa degli sprechi inestinguibili, incorreggibili, dei vizi della nostra politica assistenzialista, levantina e clientelare? Non certo per i vampiri di Bruxelles o Francoforte… I vincoli dell’UE, l’impossibilità di stampare carta-straccia, sono una benedizione per sciuponi incorreggibili come noi… anche prima del corona… Peccati che poi la politica demagogica ed incapace tagli su spese giuste e chiuda gli occhi su quelle ‘buoniste’, immigrazioniste, gender ecc. o che portino voti, come il RdC, che griderà vendetta nei secoli…
In buona parte concordo con l’analisi di Del Ninno…
Sulla rete ho trovato questa definizione di sovranità: La qualità giuridica pertinente allo Stato in quanto potere originario e indipendente da ogni altro potere.
Obiettivamente, questa definizione è appropriata per chiunque eccetto la Repubblica Italiana (delle banane)…
Abbiamo un centinaio di basi americane e Nato in Italia: i sovranisti che dicono? La realtà è che il sovranismo è la parola d’ordine delle stesse forza politiche che dovevano fare una rivoluzione ‘federalista’ o una rivoluzione ‘liberale’ o altre amenità. Essendo che le parole d’ordine non incantavano più gli allocchi, se ne sono inventate altre, andando ad occupare uno spazio politico di cui non sanno nulla( e quello che sanno glielo suggerisce Bannon) . La pochezza di Salvini e Meloni è davanti agli occhi di tutti, i loro eredi saranno anche peggio.Per quanto riguarda l’Unione europea, furono Craxi e Andreotti ad implemetare l’adesione sostanzialmente per far pagare ai tedeschi i nostri debiti.
Certo Gallarò è vero ma non è che siccome i “sovranari” hanno occupato virtualmente questo spazio politico allora si deve abbandonare il tema della sovranità intesa in tutte le sue declinazioni, è questo il fulcro della questione credo… Comunque ormai anche lo scenario post-fascista è sempre più desolante, qualcuno sa cosa sta succedendo in FN?
Stefano. Ma che cosa ce ne importa degli zombies FN, Casa Pound ecc.? Fan folklore, non politica. Il ‘sovranismo’ è un’etichetta affibiata dai nemici politici. È una bufala. Lasciamo stare, non coincide con l’interesse nazionale. Con la storia, con la nostra sconfitta di 75 o 77 anni fa, con l’UE, con il mondo globalizzato d’oggi…L’identità è un’altra cosa, certo, ma per essa bisogna agire sul piano culturale, scolastico ecc. Sennò sono slogan nei quali non crede neppure chi eventualmente li grida… E lasciamo perdere l’acchiappacitrulli ‘populismo’, anch’esso inesistente o negativo… roba da Salvini=credibilità zero…
In realtà Guidobono se lei invece di leggere Libero o il giornale avesse letto Orion o l’Uomo Libero vent’anni fa ,oggi vedrebbe che le analisi si sono molto spesso verificate. La lista prima gli italiani venne presentata da Fiamma e Fronte nazionale a a Trieste nei primi anni 2000. ‘Sostituzione etnica’ era un termine che la destra radicale usava da tantissimo tempo; oppure l’attenzione per la Russia. potrei continuare all’infinito, ma tanto è inutile.La problematica è che quando certe tematiche diventano di pubblico dominio il Potere trova il vaccino con largo anticipo. Credo che sia finito il tempo dei movimenti a carattere nazionale (io sono iscritto a Casapound),la repressione sia mediatica che poliziesca è troppo forte.Molto meglio organizzarsi in una rete di circoli che fanno capo a qualche rivista , come l’Autonomia Operaia nel 1977.
Approvo totalmente l’analisi di Del Ninno e lo ringrazio per la sua lucidità patriottica .
Prevedere non serve a molto, se non incide sulle scelte. Sinceramente, io ho simpatizzato e votato a destra per un sacco di tempo, ma di fronte a tanta impreparazione o bubbole puro stile naïf, a ululati alla luna, a improvvisi amori filoputiniani , a nostalgismi ingenui o assurdi ecc., mi sento sempre più politicamente lontano da “questa destra”, nelle sue varie declinazioni. Per non dire di peggio. Credo nel realismo, alla mia età, nel pragmatismo, non nei sogni. Non nel patriottismo di chi non ha saputo combinare nulla, solo fare del vittimismo pessimista, tessendo le lodi degli anarco-sindacalisti o social-nazionalisti o social-rivoluzionari o strasseriani ecc. già sconfitti 100 anni fa……Spero scendano veramente in campo i Draghi e Calenda.
Gallarò sottoscrivo totalmente…
Poi vorrei sapere che ce ne faremmo di una piena sovranità, con questo popolo e con queste forze politiche. Stampare carta-straccia? Lì comincia e lì finisce, mi pare. La vocazione suicida all’inflazione e, forse, iperinflazione… Dare le basi lasciate libere dagli americani a russi e cinesi? Hai capito, che affarone…
Gallarò. Credi ovviamento quel che ti pare, ma la cosiddetta “sostituzione etnica”, sotto gli occhi di tutti, ha tante cause e tanti padri, non un vecchietto che da uno studiolo di Wall Street, o dove ti pare, in odio a europei e gentili ha deciso di farci invadere dal lumpen africano! Ti ricordi da quando all’inizio degli anni ’90 arrivavano navi colme di maschi albanesi che poi qui venivano soprattutto a fare i papponi ed i delinquenti? Allora c’era ancora il CAF, poi Berlusconi, poi Dini ecc., tutto si è sempre accettato e poi legalizzato. Da 30 anni. Intanto gli italiani, che si sentivano ormai ricchi, hanno sempre più disdegnato uffici e mestieri non gratificanti… Già trent’anni fa a Roma non trovavi un pizzettaro o un barista italiano… senza parlare di raccolta di pomodori…Poi la cultura o sottocultura dell’integrazione, del buonismo, delle porte aperte ecc. Io senza tante etichette mi accontenterei che un governo liberal-conservatore o anche liberal-democratico o social-qualcosa controllasse porti e frontiere, come l’Australia o la Nuova Zelanda. Ma qui da noi non lo fa nessuno, da molto tempo. E neppure l’elettorato ha mai espresso una chiara volontà al riguardo. Ma che senso ha parlare ora di sovranismo quando da decenni, con governi di ogni colore, entrano cani e porci? Quelli che parlano di sovranismo sono alcuni sognatori e molti che vogliono inondarci di moneta-carta straccia… Meno male che la Merkel e la von der qualcosa ci sono…
Ed a Roma già 40 anni fa le cameriere e bambinaie ecc. erano tutte filippine (e qualche colombiana, ecuatoriana ecc.). Ed a destra nessuno aveva nulla da dire, perchè pure loro le avevano! Poi arrivarono rumene, ucraine, moldave, polacche a far le badanti… macedoni a fare i contadini ecc. E noi a crederci ricchi, tappati in casa con quattro antifurti!
Guidobono tu sommi due questioni diverse : che gli italiani da almeno 40 siano infiacchiti e non abbiano voglia di far nulla è vero; ma che allo stesso tempo ci sia un progetto mondialisto dietro alle migrazioni di massa è altrettanto vero.Contro l’immigrazione si sono scagliati gli ultimi intellettuali italiani di una certa levatura vedi Ida Magli, Emanuele Severino , Ceronetti , Giovanni Sartori ecc. Guarda invece i ‘fratelli maggiori’ i Soros, i Gad Lerner, i Saviano, i David Parenzo , gli Oliviero Toscani solo per fare qualche nome e noterai che costoro remano in senso contrario.Per quanto riguarda il discorso economico è chiaro che con Borghi, Bagnai la Melonie Storace non vai da nessuna parte ; ci vorrebbe una classe dirigente seria,che mettesse in chiaro le cose come stanno ecioè che per tornare padroni del nostro destino ci vogliono SACRIFICI ma è l’unica strada percorribile.
Il progetto presuppone un autore, non una somma di fattori.
Ida Magli: una grande. Non a caso, in una nazione di melma quale siamo diventati, non viene mai menzionata.
Altro discorso. Cosa ne pensano Stefano, Gallarò e gli altri della Kerneuropa? Diciamo di un nuovo polo sostitutivo dell’UE e avente come perno la Germania? Si tratterebbe di un’entità sganciata dagli americani. Leggo di questa Kerneuropa su vari siti e twitter di area (mi sembra anche di Gabriele Adinolfi, ma non vorrei sbagliarmi), oltre che su Limes, ne leggo tra il compiaciuto e l’ineluttabile, anzi, forse prevale l’ineluttabilità…
@paleolibertario: sinceramente non conosco bene la questione, ne sentii parlare però l’anno scorso come di una specie di piano b del’Europa ordoliberista a guida franco-tedesca ma più di questo non so quindi non posso esprimermi… Però se dovesse essere solo una nuova forma di UE sarebbe un abbaglio, se l’Europa vuole veramente diventare un polo geo-politico indipendente e sovrano deve percorrere strade che in questo momento sembrano difficilmente realizzabili con le classi dirigenti disponibili.. A me è sempre piaciuta l’idea di un Europa confederale, una nuova forma di politica europea macro-continentale che ricalchi in forma attuale quello che fu il Sacro Romano Impero , ormai gli stati-nazione sono deboli ed un ritorno ad essi lo considero inutile e dannoso, però allo stesso tempo non si possono distruggere le patrie europee, grandi e piccole che siano, l’UE invece è solo una sovrastruttura tecnocratica e ostile alle identità e differenze dei popoli, che non può chiamarsi quindi “Nazione Europea”… Il discorso poi sugli stati che dovrebbero essere alla guida delle macro-aree in un Europa confederale non è semplice, sicuramente la Germania sarebbe il perno di una possibile area continentale, così come l’Italia dovrebbe esserlo di una possibile area mediterranea, a est ovviamente non si può prescindere dalla Russia e qui il discorso si complica ancora di più e c’è chi pensa ad un Europa senza la Russia e chi ad un Europa con la Russia, e anche con la Turchia etc, poi l’eterna divisione fra “eurasiatici” e “euro-siberiani” è un ulteriore distinguo, con gli “euro-siberiani” che vorrebbero un integrazione europea di soli popoli “bianchi”… sta di fatto che per sganciarsi dall’egemonia anglosassone in generale una prospettiva di unità europea è indispensabile, poi su come dovrebbe configurarsi iniziano le diatribe e gli scontri di idee, però sbaglia secondo me chi oggi rifugge dall’idea di Europa unita con la scusa della UE, e flirta con USA e co. in funzione anti-UE ma io direi anti-europea tout-court, e te lo dice uno che non è di certo un fan sfegatato dei tedeschi, soprattutto di quelli odierni a cui paradossalmente preferisco i “redneck” dell’America profonda, però ecco un conto è il carattere odierno dei popoli(e quelli del nord-Europa sono fra i più deviati), un conto sono gli ideali e le necessità politiche e geo-politiche da perseguire, la realtà è sempre molto più complessa di come qualcuno la presenta o vorrebbe rappresentare, spesso si tratta solo di “wishful thinking” come direbbero gli anglosassoni, per ecco la soluzione confederale per quanto mi riguarda mi appare quella più fattibile ed allo stesso tempo meno pericolosa…
Grazie Stefano per la risposta. Sì, dovrebbe trattarsi di una confederazione di Stati, eventualmente. Un po’ più vicina, geopoliticamente, alla Russia e alla Cina, piuttosto che agli americani. (Pensavo tu fossi più anti-americano e più filo-tedesco). Comunque, questa ipotesi, più che un auspicio è una constatazione di quello che potrebbe verificarsi dopo una possibile implosione dell’UE. Interessante il discorso riguardante gli euro-siberiani (che conobbi nel forum di “politica on line”), tale tematica semmai la riprenderemo in un altro contesto, se ne avrai voglia.
x Paleolibertario: confermo di essere spiritualmente e geo-politicamente anti-americano( anche se il termine lo trovo riduttivo e scorretto) ma non mi definirei filo-tedesco, sarebbe una forzatura per quanto mi riguarda, anche perchè il mio background culturale è in realtà più vicino all’area latina e mediterranea che a quella teutonica(seppur alla fine fra i miei autori preferiti ci sono molti tedeschi, austriaci etc)… Comunque se l’ipotesi che mi fai presente è questa che descrivi è sicuramente molto vicina a quello che dicevo rispetto a come avevo capito prima, sicuramente cercherò di documentarmi meglio e farmi un idea più precisa di questa ipotesi “kerneuropea” anche se ho paura che possa trasformarsi semplicemente in una via di fuga della Germania per far fuori l’Europa unita e tenersi vicino solo gli alleati più fedeli allineati ai suoi interessi e quindi scaricare le “zavorre” mediterranee… Ovviamente spero di sbagliarmi, ma conoscendo un pochino come ragionano i tedeschi è un ipotesi da prendere in considerazione, riguardo invece l’avvicinamento a Russia e Cina, per me che sono sempre stato e sono ancora un sognatore eurasiatista non può che essere una cosa positiva soprattutto riguardo la Russia, ma anche su questo bisogna vedere in che modo si configureranno certi scenari, diciamo che preferisco sempre essere prudente e magari anche un pò scettico prima di sbilanciarmi in favore di un progetto, purtroppo di fregature e “miraggi incorporei” ne abbiamo visti tanti e nella liquidità moderna è possibile tutto ed il contrario di tutto, e “anche gli eletti saranno ingannati” diceva qualcuno…
@paleolibertario: https://www.electoradio.com/mag/commentarii/kerneuropa-un-sogno-affidato-agli-incapaci Dagli una letta, più o meno ho questi stessi dubbi.
x paleolibertario: l’Europa non è gli Usa o la Russia: l’Europa (o parte di essa ) ha una storia troppo complessa per poter ridurre tutto ad uno stato sia anche confederale.L’Europa a cui si rifacevano i neofascisti nel dopoguerra era l’erede dell’Nuovo ordine europeo che sarebbe scaturito dalla vittoria dell’Asse: ma il nuovo Ordine europeo non prevedeva certo una parità di diritti tra i vari popoli; i tedeschi consideravano gli slavi poco più che subumani, più o meno allo stesso livello degli africani.L’attuale Unione europea è una creatura sostanzialmente massonica (Jean Monnet , Spinelli , Colorni ecc.) e diventa sempre più un esperimento sociale , dove gli spazi di libertà si restringono ogni giorno.Ida Magli , pur provenendo da una storia molta lontana dal Fascismo ha intuito tutto con largo anticipo (qualcuno cerchi in rete il ‘Progetto ebraico’), tant’è che nei suoi libri citava spesso l’Uomo libero o Rinascita (che a loro volta pubblicarono articoli della stessa).
x Stefano – In effetti l’articolo è condivisibile. Quello che ho letto io – non ricordo dove, ma c’era l’analisi di Da Gai – diverge un po’, e si afferma che la Francia alla fine non si sottometterà alla Germania e lavorerà per un polo proprio guardando all’Africa, quindi una riproposizione soft del colonialismo da parte francese. Ma a parte la Francia, a me pareva che lo stesso Adinolfi considerasse ineluttabile una situazione del genere (implosione dell’UE e nuovo nucleo germanico), a prescindere dalle preferenze personali, in altri termini: “sarà così, piaccia o non piaccia”. La Russia e la Cina non sarebbero alleate in senso stretto ma in un’ottica terra/mare schmittiana alla fine giocherebbero contro gli imperi talassocratici assieme alla Kerneuropa (gli USA temono l’industria tedesca). Concordo con l’articolo riportato da Stefano perché è chiaro che, almeno in un primo momento la cosa sarebbe economicamente “lacrime e sangue”, ma io non la disprezzerei da un punto di vista prettamente geopolitico: sganciamento dagli americani, e cautela con le razze diverse.
Ringrazio anche Gallarò (che seguivo su “politica on line”) – Anch’io, come Ida Magli, ho una storia diversa da quelli dell’area. Condivido quello che dici, c’è da dire tuttavia che sarà difficile che venga in essere una situazione tanto diversa da quella della Kerneuropa: bene o male noi italiani siamo troppo vicini alla Germania, e non vedo quale possa essere l’influenza alternativa.
Comunque sia, tutto ciò che potrebbe andare contro il progetto Nuovo Mondo (Bill Gates come pedagogo mondiale, niente più confini, niente più differenze, mescolamento totale, unica religione liquida, ecc.) mi va bene. Ho usato il condizionale: “potrebbe andare”…
@paleolibertario: condivido in buona parte il tuo ultimo intervento, e condivido completamente la conclusione finale anche e bisogna vedere se non sia proprio quell’Europa a guida tedesca a supportare il progetto di Gates, per adesso i suoi oppositori sembrano essere gli altri, ovvero i vari trumpiani e seguaci di “Qanon”, certo sono due facce della stessa medaglia in una lotta interna alle pseudo-elites globali, ma bisogna vedere quale faccia prevarrà, diciamo che fra i due litiganti non si sa chi è peggio, preferirei magari che emergesse un “terzo incomodo” in grado di superare questa falsa dicotomia…