Nella notte tra l’11 e il 12 maggio si è svolto a Roma il tradizionale Giro delle Sette Chiese. È un appuntamento annuale fisso per i cattolici, almeno per coloro che amano vivere la fede con sudore e con zelo. Si cammina tutta la notte, sostando nelle piazze antistanti le sette basiliche maggiori della Città Eterna. Così, con gli zaini in spalla e con buone scarpe, si visitano le tombe dei Santi Pietro e Paolo e i luoghi capisaldi del cattolicesimo.
Le sette chiese
Sono gli Oratoriani, i confratelli di san Filippo Neri, a tramandare e a organizzare il pellegrinaggio romano, rispettando i dettami del fondatore della Congregazione dell’Oratoria. Il santo fiorentino radunava presso di sé giovani e lavoratori, poveri e ricchi, e con loro visitava in due giorni le sette chiese maggiori di Roma: San Pietro in Vaticano, San Paolo fuori le Mura, San Sebastiano fuori le Mura, San Giovanni in Laterano, Santa Croce in Gerusalemme, San Lorenzo fuori le Mura e, infine, Santa Maria Maggiore. Durante la Controriforma cattolica e in risposta agli eccessi del carnevale romano, san Filippo Neri proponeva un percorso di espiazione dai peccati: ogni stazione del Giro era ed è un’occasione per pregare e per meditare le parole di Gesù e i momenti fondamentali della sua vita.
Un antico giro
Il Giro, come viene proposto oggi, segue il canone stabilito da san Filippo Neri, riconosciuto da papa Sisto V nel 1586. Le sue origini sono, in realtà, molto antiche. A partire dal V secolo d.C. i papi erano soliti visitare le tombe dei martiri e dei Santi Pietro e Paolo, i patroni di Roma, con un seguito di fedeli senza un ordine preciso. Il numero dei luoghi visitati si ridusse nel tempo a sette, scegliendo le chiese più importanti della città. Nel 1300 Bonifacio VIII lo inserì tra le pratiche religiose da rispettare per lucrare l’indulgenza durante il primo Giubileo di quell’anno. Con il tempo questa prassi si perse e fu san Filippo Neri a recuperarla nel Cinquecento.
Invito al Giro
Vale la pena partecipare al Giro delle Sette Chiese, anche se non si è credenti. Di notte Roma, si sa, è una città che muta aspetto e acquisisce un fascino del tutto particolare, difficile da raccontare: lo si può solo vivere. Lo stesso vale per i meravigliosi luoghi di culto visitati, che sono gioielli dell’arte romana ed occidentale. Per un non credente è l’occasione per conoscere Roma secondo una prospettiva diversa, quando la città sonnecchia, perché non va mai a dormire.
Per i cattolici, invece, il Giro offre l’opportunità di pregare nei luoghi della fede in totale silenzio e in un’atmosfera avvolgente e altamente devozionale. È un viaggio dentro il cattolicesimo. A San Pietro si prega per il papa, la Chiesa e si chiede l’intercessione dell’apostolo, così come a San Paolo fuori le Mura, si omaggia l’Apostolo delle Genti. A San Sebastiano e a San Lorenzo fuori le Mura si commemorano i martiri cristiani di oggi e di ieri. Sul piazzale antistante la basilica lateranense si ricordano Giovanni Evangelista e il Battista e a Santa Maria Maggiori si rende omaggio alla Madonna.