La forza del silenzio. Nella modernità rumorosa e fastidiosa, riportare in primo piano la tranquillità e la meditazione sembra strano o una stravaganza new age, ma a sentire Benedetto XVI è l’unico modo per trovare una quadra a questa epoca ormai deragliata da tutti i binari possibili. Rifacendosi alla grande tradizione del silenzio appartenente alla storia del cristianesimo, il papa emerito ha proposto, come postfazione al libro “La forza del silenzio. Contro la dittatura del rumore”, scritto dal cardinal Sarah e che uscirà a breve.
«Che significa percepire il silenzio di Gesù e riconoscerlo per mezzo del suo rimanere in silenzio? Dai Vangeli sappiamo che Gesù di continuo ha vissuto le notti da solo “sul monte” a pregare, in dialogo con il Padre. Sappiamo che il suo parlare, la sua parola proviene dal rimanere in silenzio e che solo in esso poteva maturare. Proprio chi è ormai in silenzio da molti anni dunque, vede nella proposta del cardinale africano un motivo di riflessione profonda che va oltre la semplice proposta dell’assenza di rumore, ma è una ricerca di qualcosa di superiore. Sarah «ci insegna il silenzio: il rimanere in silenzio insieme a Gesù, il vero silenzio interiore, e proprio così ci aiuta anche a comprendere in modo nuovo la parola del Signore». Il cardinale «è un maestro dello spirito che parla a partire dal profondo rimanere in silenzio insieme al Signore, a partire dalla profonda unità con lui, e così ha veramente qualcosa da dire a ognuno di noi».
In un momento storico in cui ormai anche in ambito liturgico molti cattolici hanno perso il senso del silenzio, preferendo schitarrate, balli di pessimo gusto e applausi frenetici, ricordare che la vera Tradizione è quella del silenzio, della meditazione e della preghiera personale non è certo da poco.