Nel caso vi piaccia giocare con i numeri del primo turno e affidarvi ai sondaggi che stanno uscendo in questi giorni si potrebbe prospettare uno dei pochi scenari per cui Marine Le Pen vincerebbe al ballottaggio di domenica 7 maggio contro Macron.
Ci sono alcuni elementi che, se combinati assieme, garantirebbero la vittoria della candidata frontista. Proprio il fatto che questi si dovrebbero verificare tutti rende l’esito favorevole alla Le Pen complicato, ma ovviamente possibile.
A mio modesto avviso, ci sono tre aspetti che, appunto, le sarebbero indispensabili affinché possa superare il 50 per cento più uno dei voti:
Shy Tory Factor, l’elettore che al primo turno non ha votato la Le Pen si vergogna di dichiarare la sua preferenza per lei al secondo turno, tanto che i sondaggi sino al giorno del voto potrebbero rimanere inchiodati all’attuale 60 a 40. Questo è un tipico caso che sottolinea l’imbarazzo dell’elettore di ammettere i suo voto per i conservatori (intesi in senso ampio). I casi più tipici sono Italia 2006 e Usa 2016, con l’elettore timido che, nel segreto dell’urna, ha votato il candidato scomodo.
L’astensione che viene meno, mantenendo alta l’affluenza alle urne. In Francia, nel 2002 (anno della chiamata alle urne contro Jean-Marie Le Pen), nel 2007 e nel 2012, il numero di votanti è stato pressoché identico sia al primo turno che al secondo turno. L’affluenza alta agevolerebbe la Le Pen se coloro che al momento dichiarano di non andare a votare decidano di recarsi e dare un cosiddetto voto di protesta.
Voto grossolanamente chiamato “identitario”/no-UE/no-global. Al turno di domenica si sono presentati 11 candidati, cinque dei quali hanno incassato in tutto circa un milione e mezzo di voti. Tre di questi sono riconducibili alla sinistra anti-capitalista e due alla destra sovranista.
Bene. Ora proviamo a giocare con i numeri, che, ovviamente, non hanno nessuna particolare rilevanza. I voti non si “trasferiscono” in questo modo, ci sono tantissime variabili e pertanto devo ancora sottolineare l’assoluta elementarità di questo calcolo. Che comunque un senso lo ha eccome.
Pertanto ho tirato giù tutti i voti del primo turno, arrotondandoli per comodità. Poi ho preso l’ultimo sondaggio IFOP, che conteggia la percentuale di elettori di Fillon, Melanchon e Hamon che voteranno rispettivamente per Macron e per Le Pen.
Ho poi calcolato che gli elettori di Fillon, Melanchon e Hamon che dichiarano di astenersi, in realtà domenica 7 maggio si rechino alle urne e decidano di votare per Le Pen (Fillon e Hamon hanno chiesto di votare per Macron, Melanchon ha lasciato libertà di voto). Se così fosse, sarebbero più di 4milioni (astensionisti più coloro che al sondaggio hanno dichiarato di votare Marine) gli elettori che al primo turno hanno votato per Fillon e ora sceglierebbero Le Pen, più di tre milioni tra quelli che hanno scelto Melanchon e meno di 700mila tra quelli che hanno votato Hamon. Questo avverrebbe se appunto i cittadini interpellati si vergognino di dichiarare la loro reale preferenza e decidano domenica mattina di recarsi al seggio.
Ci sarebbe poi Dupont-Aignan, candidato di destra, che ha sfiorato al primo turno il 5 per cento e il suo elettorato è praticamente identico a quello della Le Peb e ha fatto il suo endorsement per Marine.. E sarebbero anche questi 1milione e 700mila voti in cascina per Marine.
Terzo elemento, il voto no-global e no-UE. Questa situazione è abbastanza particolare, ma non assurda. Se gli elettori delle tre forze di sinistra anti-capitalista, in tutto più di 1milione, decidessero di tornare alle urne, tapparsi il naso, e votare contro il filo-Ue Macron, anche qui sarebbe grasso che cola per Marine. Più scontato l’appoggio delle altre due piccole forze di centrodestra, l’UPR e Solidarietà e Progresso, i cui elettori sono nettamente all’opposto dell’europeismo del candidato di En Marche. Qui poca roba, 400mila voti, ma quasi sicuri per Marine.
Pertanto, Macron potrebbe contare sul rinnovato appoggio dei suoi elettori al primo turno, pari a 8milioni e 600mila, a cui si aggiungerebbero i 3milioni di elettori di Fillon che hanno dichiarato, sempre secondo lo studio IFOP, di scegliere lui, i 3milioni e mezzo di Melanchon e il milione e 600mila di Hamon. Per un totale di circa 16-17milioni di voti.
Per quanto riguarda Marine, partirebbe dai suoi 7milioni e 700mila di preferenze, che ovviamente conta di riportare alle urne. Si aggiungerebbero più di 4milioni di elettori di Fillon, 3milioni e 400mila di Melanchon e poco più di 600mila di Hamon. Più tutto il pacchetto di elettori, chiamateli comunque come volete, di destra e sinistra no-UE, sovranisti, anti-capitalisti, un tesoretto di quasi 1milione e mezzo di voti. In tutto circa 19milioni di voti.
Questo è, a grandi linee, lo scenario che dovrebbe verificarsi per una vittoria della Le Pen. Elementi che, comunque vada, a mio parere è bene tenere in forte considerazione proprio perché assolutamente ancorati alla realtà.