Prima dello scontro contro i fondamentalismi esterni, l’Occidente deve affrontare quello interno tra laici e fondamentalisti laicisti. Lo scontro vero non è tra Cristo e Maometto, ma tra chi sostiene che Cristo e Maometto possano convivere e chi invece vede in ogni Dio motivo di scontro, intonando “Imagine” e auspicando un mondo senza religione. Se il laicismo non è compatibile con alcuna religione, la morale laica invece lo è. Occorre quindi chiarire quale sia la vera morale europea e occidentale, prima di pensare di contrapporla agli estremisti o di “esportarla”.
Deboli contro forti
Se potessimo ridurre il concetto morale-politico cristiano a una sola frase, questa sarebbe: i forti non hanno sempre ragione, i deboli non hanno sempre torto. Gli sconfitti storici, come Cristo sulla croce, possono essere meglio dei vincitori. Questo singolo concetto è la base dell’idea stessa di diritto; non è un caso che pensiero cristiano e pensiero greco classico nascano da due vittime di errori giudiziari: Gesù e Socrate.
La rivoluzione concettuale cristiana si serve di un processo logico-razionale umano, non ultraterreno, riassunto anche nel diritto romano da quel “le regole del diritto sono queste: vivere onestamente, non danneggiare nessuno, dare a ciascuno il suo” presente nel Digesto di Giustiniano. Un trittico concettuale che non ha bisogno di giustificazioni divine, eppure del tutto compatibile con i precetti cristiani, coerenti anche con il successivo sviluppo del diritto occidentale. Materia oggi “laica” per eccellenza, eppure erede della morale cristiana.
Procedura contro sostanza
La domanda critica da farsi oggi è allora: si può costruire un’etica a partire dalla pura scienza? La risposta è: forse, ma un’etica basata solo sulla correttezza procedurale. Un’etica nella quale insomma giusto e sbagliato si definiscono sul rispetto di certe procedure, ad esempio di legge, e non su una correttezza sostanziale. Non c’è un “bene assoluto”, ma solo innumerevoli “beni individuali” in conflitto tra di loro per regolare i quali si prevedono procedure. Si scivola però così nella libera scelta individuale, rinunciando a quella dimensione comunitaria connaturata all’idea stessa di morale come regolamento delle relazioni. Questa è la vera battaglia presente e interna all’occidente contemporaneo: procedura contro sostanza. Rispetto delle regole contro rispetto dell’uomo.
Laici contro laicisti
Il cristianesimo, religioso e culturale, sa conciliare i due fronti. Il cristianesimo laico è un’espansione compatibile con quello religioso. La morale cristiana poggia sulla creatura-uomo e si può condividere e comprendere anche senza la necessità di credere. La dimensione di mediazione culturale ed extra-confessionale del cristianesimo è perciò oggi una risorsa ancor più necessaria. La portata anche laica del pensiero cristiano è una forza affermativa da contrapporre come primo baluardo al laicismo più disonesto, a sua volta figlio degenere del pensiero cristiano. Quel laicismo che è negazione e derisione delle religioni, soprattutto di una: quella che risulta più “politicamente corretto” attaccare, quella più comoda da aggredire, quella più indifesa. Quel laicismo che cancella il presepe o il crocefisso in nome della “laicità”, ma che non oserebbe mai strappare il velo a una ragazza musulmana o levare la kippah a un ebreo. Prima di rivolgersi all’esterno, l’Occidente deve risolvere questa ipocrisia al suo interno.