La radice della povertà «è nell’iniquità del sistema economico e sociale». Non ha usato mezzi termini Papa Francesco nel videomessaggio inviato all’Hangar Bicocca durante l’incontro internazionale in vista di Expo 2015. Non parole derubricabili tra i temi classici del marxismo, semmai moniti frutto della lezione sociale della Chiesa. «Oggi – ha infatti avvertito Bergoglio – viviamo quello che il santo Giovanni Paolo II indicava come ‘paradosso dell’abbondanza’. C’è cibo per tutti, ma non tutti possono mangiare, mentre lo spreco, lo scarto, il consumo eccessivo e l’uso di alimenti per altri fini sono davanti ai nostri occhi». Per il Pontefice argentino «ci sono pochi temi sui quali si sfoderano tanti sofismi come su quello della fame». Una delle «scelte prioritarie» da compiere è «rinunciare all’autonomia assoluta dei mercati e della speculazione finanziaria».
L’appello di Bergoglio ai politici
«Non è possibile – ha ammonito Papa Francesco – che non faccia notizia il fatto che muoia assiderato un anziano ridotto a vivere per strada, mentre lo sia il ribasso di due punti in Borsa. Questo è il frutto della legge di competitività per cui il più forte ha la meglio sul più debole». Una riflessione che tocca le corde della crisi antropologica più volta denunciata dalla Chiesa: «Qui non siamo di fronte solo alla logica dello sfruttamento, ma a quella dello scarto». Il Papa si è rivolto direttamente ai rappresentanti della politica. «Da dove deve partire una sana politica economica? – ha chiesto – Su cosa si impegna un politico autentico? Quali i pilastri di chi è chiamato ad amministrare la cosa pubblica? La risposta è precisa: la dignità della persona umana e il bene comune».
I custodi della Terra
«Per favore siate coraggiosi e non abbiate timore di farvi interrogare nei progetti politici ed economici da un significato più ampio della vita – è l’esortazione di Bergoglio agli uomini delle istituzioni – perché questo vi aiuta a servire veramente il bene comune e vi darà forza nel moltiplicare e rendere più accessibili per tutti i beni di questo mondo». E sempre rivolto a quanti «occupano ruoli di responsabilità in ambito economico, politico o sociale», il Papa ha rinnovato il suo appello per la custodia della «madre Terra», affinché essa «non risponda con la distruzione». A tale proposito ha ricordato, come aveva già fatto alla Fao lo scorso novembre, una frase da lui sentita da un anziano contadino molti anni fa: «Dio perdona sempre, le offese, gli abusi; Dio sempre perdona. Gli uomini perdonano a volte. La Terra non perdona mai. La Terra , che è madre per tutti, chiede rispetto e non violenza. O, peggio ancora, arroganza da padroni».