Negli anni ottanta il Movimento sociale italiano pagava la stanchezza dei propri leader che si preparavano a passare le mano. Il sistema era cristallizzato sull’arco costituzionale, nonostante le aperture di Bettino Craxi a Giorgio Almirante in nome del socialismo tricolore. Eppure i giovani neofascisti che militavano nel Fronte della Gioventù, in una stagione con meno passione collettiva rispetto al decennio precedente, brillarono per innovazioni, animando battaglie di civiltà per il garantismo e l’ecologia. “Fronte della Gioventù” (Eclettica edizioni, 0585.254409)), di Alessandro Amorese, è un accurato mosaico di testimonianze e ricostruzioni storiche dell’impegno dei ragazzi missini tra gli anni ottanta e lo scioglimento dell’organizzazione con la nascente destra di governo post 1994.
“Questa è una storia mai raccontata in maniera totale. Qua dentro non ci sono muscoli ma cervelli”, scrive l’autore, e viene naturale anche aggiungere sogni, milizia e creatività. Per conoscere l’arcipelago della fiaccola tricolore non bisogna però fermarsi a Roma o Milano: la peculiarità di quest’opera è lo sguardo anche alle realtà minori d’Italia, dove la passione giovanile veniva declinata con originalità e con risultati di radicamento impensabili.
In un’Italia nella quale i confini attuali della politica sono tra centrodestra e centrosinistra, e dove essere non allineati causa la sanzione dell’accusa di “populismo”, i giovani del Fdg si definivano “nazionalrivoluzionari”, leggevano le crisi internazionali con analisi non banali e sperimentavano iniziative aperte alle comunità popolari, ai quartieri e ai blocchi sociali. L’orizzonte frontista è racchiuso nella foto di Paolo Di Nella, militante del Fronte morto a Roma il 9 febbraio 1983: sulla sua bara una intera generazione giurò di non darla vinta al Sistema e si rimise in gioco nelle piazze, nelle università e nelle scuole, cancellando odio e rancore con il rilancio di una piattaforma di idee per la riscossa nazionale. Di Nella, scrisse sul Secolo d’Italia Franz Maria D’Asaro, era “un ragazzo del futuro”, perché “dietro l’ultima ora della sua appassionata verità c’era la pacifica battaglia per la quale lo hanno ammazzato, la conquista di uno spazio verde da destinare a tutti gli abitanti del quartiere minacciati dall’asfissia”. Di Nella voleva “ripristinare la solidarietà che il predominio della morale mercantile e l’ipertrofia hanno distrutto”. Un comunitarista in un mondo che celebrava l’individualismo e si preparava ad abbracciare le soluzioni liberiste.
Il Fronte della Gioventù in molte realtà sui territori era “un partito nel partito”, aveva spazi autonomi nelle sedi e ritualità differenti rispetto al profilo conservatore del Msi “degli adulti”. Nei primi anni ottanta forte era ancora la tensione per le elaborazioni della Nuova Destra e per le elaborazioni rivolte all’ecologia (con il Gre e Fare Verde) e contro il produttivismo che spingeva l’Italia verso il nucleare (poi stoppato con il referendum).
Amorese ha racconto centinaia di testimonianze che restituiscono in pieno il senso di una stagione politica, dagli scritti di Andrea Abodi (ora presidente della Lega calcio di serie B) all’eresia di Fare Fronte con la croce bretone, ai testi di Adriano Romualdi, all’utilizzo sui volantini delle immagini di Charlie Brown, Marilyn Monroe e James Dean. E poi risaltano le serate infinite nelle quali, mentre il segretario nazionale (Gianfranco Fini) congedava tutti alle 19.30, “un manipolo di ventenni” – tra cui Almerigo Grilz e Marzio Tremaglia – si perdeva tra trattorie e case di camerati per sognare rivoluzione e politica.
“Fronte della Gioventù” è soprattutto un viaggio in Italia per i luoghi della destra neofascista, da via Sommacampagna a Roma a via Piccinni a Bari, passando per la Comunità giovanile di Busto Arsizio e le sedi di Torino, Milano, Catania, Palermo, Napoli e Trieste. Poi ci sono tante manifestazioni frutto di una educazione sentimentale alla politica differente, come il corteo a Milano dopo la morte del presentatore Enzo Tortora, gli scioperi della fame per la libertà di Paolo Signorelli (la cui storia di ingiusta detenzione fa ancora riflettere sull’abisso del diritto in Italia), l’incontro a Siracusa con Paolo Borsellino giudice antimafia, icona dell’Italia migliore, in gioventù consigliere del Fuan Fanalino di Palermo.
Il volume è corredato da decine e decine di fotografie, nonché rimandi a riviste e pubblicazioni che la Fondazione An, creata per questo, dovrebbe raccogliere, digitalizzare e rendere fruibili per le future ricerche storiche e politologiche. Per ora ci accontentiamo del libro di Amorese. E non è poco.
* “Fronte della Gioventù” di Alessandro Amorese, pp, 515, Eclettica edizioni, euro 20