E finisce pure l’avventura di Sportitalia. Dal primo novembre il network televisivo fondato da Tarek ben Ammar e passato di mano già un paio di volte, chiude i battenti e spegne le frequenze. In ansia per il posto di lavoro ci sono i circa ottanta dipendenti del gruppo, tra di loro 35 giornalisti. A decretare lo stop alle trasmissioni sarebbe stata l’insorgenza di una dura querelle tra la società concessionaria della pubblicità e la vecchia proprietà del network da cui, il 29 luglio scorso, il gruppo è stato rilevato dal gruppo Lt Multimedia, società di Roma già editrice di numerosi canali tematici quali dedicati ognuno ai diversi settori dello scibile umano e televisivo quali Arturo, Alice, Leonardo, Nuvolari e Marcopolo.
Proprio il nuovo editore – il 28 ottobre – ha annunciato che verranno subito creati tre nuovi canali interamente dedicati allo sport e visibili in chiaro sulle piattaforme satellitari. Hanno già un nome, questi nuovi canali: Sport Lt Uno, due e tre e stando alle indiscrezioni si dedicheranno, rispettivamente al calcio, agli sport olimpici ed al mondo dei motori. Potrebbe essere questa, dunque, la soluzione ai problemi di ricollocazione dell’attuale organigramma di Sportitalia. Anche se, ovviamente, prima di tirare un sospiro di sollievo i lavoratori vogliono certezze.
C’è un solo però, da affrontare. Sportitalia deteneva i diritti televisivi di alcuni campionati (calcistici e non, vedi Ligue 1 e Basket italiano) che con il tempo hanno attirato numerosi appassionati facendo scoppiare definitivamente la passione dei telespettatori italiani per gli sport cosiddetti ‘minori’ e per il calcio straniero. Occorrerà scovare qualcosa di nuovo e di appetibile, ma ancora non adeguatamente sfruttato, per attirare il pubblico. Però i diritti degli eventi sportivi più gustosi che c’erano sul tavolo di Sportitalia se li sono già divisi Fox e Sky Sport. Cioè Rupert e Murdoch, nel più assoluto monopolio – nemmeno troppo formale – dell’etere. Ma questa è un’altra storia.