• Home
  • Il Clan
  • Privacy Policy
  • Contatti
giovedì 9 Febbraio 2023
No Result
View All Result
Barbadillo
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Barbadillo
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Barbadillo
Home Corsivi

Giornale di Bordo. Si ammira la Regina perché si disprezza la politica

Scrive Enrico Nistri: "Dietro gli omaggi a Elisabetta scorgo più che l’omaggio a una persona il rimpianto per un mondo"

by Enrico Nistri
11 Settembre 2022
in Corsivi, Scritti
2
La regina Elisabetta

C’è qualcosa che non mi convince nel quasi unanime coro di consensi che ha fatto seguito alla scomparsa della regina Elisabetta. Non voglio togliere nulla ai meriti di questa sovrana, cui la sorte ha assegnato l’ingrato compito di accompagnare la Gran Bretagna in anni difficili non solo per la fine dell’Impero, ma per un cambiamento del costume che ha finito per coinvolgere anche la famiglia reale. I sovrani, come i pontefici (almeno sino a un infausto 11 febbraio 2013), non vanno mai in pensione; ed Elisabetta ha saputo onorare sino all’ultimo il suo ruolo, non solo decorativo, visto che la moral suasion può influenzare anche le scelte di un primo ministro. Sbagliò certo nel condizionare le scelte matrimoniali di due figli, non solo Carlo, ma la stessa Margaret, cui proibì di sposare Peter Townsend, che oltre tutto era stato un valoroso ufficiale nell’ultima guerra, solo perché era, non per sua colpa, divorziato. Ma condivido appieno il suo atteggiamento nei confronti della psicolabile Lady Diana, che costituiva un obiettivo pericolo per la monarchia inglese.

Si è insinuato però in me un sottile sospetto: che l’unanime o quasi ammirazione per la regina, non tanto come persona quanto come incarnazione di un’istituzione, nasca da un diffuso disprezzo nei confronti dei politici non per nascita ma per professione. Un disprezzo che – magra consolazione – non è diffuso solo nel nostro Paese. La longevità di Elisabetta anche come regnante fa sì che chi ne studia la biografia non possa fare a meno di confrontare la statura e la dignità dei primi ministri cui (Eden a parte) conferì l’incarico all’inizio del suo regno con la stravagante insignificanza o la plumbea mediocrità degli ultimi capi di governo britannici. Un Boris Johnson può credere finché vuole di essere la reincarnazione di Winston Churchill, ma, a parte forse la passione per i cocktail, ha poco o nulla in comune con lui. E purtroppo la sua ambizione di figurare in una nuova versione delle plutarchesche Vite Parallele a fianco del grande statista conservatore, combattendo Putin come un novello Hitler, rischia di far precipitare l’Europa e il mondo in una terza guerra mondiale, tanto più che anche la sciapa Liz Truss sembra allineata sulle sue posizioni.

Dietro gli omaggi alla Regina di conseguenza scorgo più che l’omaggio a una persona il rimpianto per un mondo. E forse anche il sottile dubbio se una persona educata sin dall’infanzia a rappresentare la sua Patria non sia preferibile a un politico portato ai vertici dello Stato da qualcosa di peggio del caso: dai mutevoli umori della plebe e dai cinici giochi di partito.

@barbadilloit

Enrico Nistri

Enrico Nistri

Enrico Nistri su Barbadillo.it

Tags: elisabettaenrico nistrigiornale di bordoRegina

Related Posts

Il punto (di M.Veneziani). Sanremo, canzonette Zelensky e Pensiero unico

Il punto (di M.Veneziani). Sanremo, canzonette Zelensky e Pensiero unico

6 Febbraio 2023
La “Terza Via” produttivistica

La “Terza Via” produttivistica

6 Febbraio 2023

Focus. Il Piano Mattei e l’orizzonte mediterraneo del governo Meloni

Giornale di Bordo. Sì, è vero, la vita al Nord costa di più, ma non creiamo guerre fra poveri

La geopolitica del Mediterraneo priorità patriottica

Segnalibro. L’occulto e l’insolito quotidiano della nostra coscienza

Il punto (di M.Veneziani). Le ragioni dell’anticonformismo (anche) al tempo del governo Meloni

Giornale di Bordo. Il boss Matteo Messina Denaro tra vaccini e uso del bancomat

Il futuro dei giovani e la rotta identitaria su merito-lavoro

Comments 2

  1. Guidobono says:
    5 mesi ago

    Elisabetta II come la trisavola Vittoria è stata molto amata dal popolo e poco dalla nobiltà britannica, dicono. Certamente una monarchia ritualizzata, colorata, ultra-simbolica nel suo riprodurre ossessivamente un passato immaginato e perduto per sempre, non solo è fonte inesauribile per i media ed il turismo, ma è un tonico per la vita quotidiana di molti. Perchè negarlo? È l’irrazionale, i faraoni egizi, il papa vicario di Cristo, l’Imperatore del Giappone, la stessa Regina d’Inghilterra (assai più che i re, da Elisabetta I in poi) che ci aiuta ad attraversare questa valle di noia e dolore, per dirla con Schopenauer, che è la vita. Comunque, la Regina Vittoria come pochi altri, dopo sovrani pazzi o debosciati o mezzo tonti, riassume esemplarmente quell’invenzione della Tradizione di fine Ottocento, sulla quale Eric Hobsbawm scrisse pagine dense e pregnanti, senza far nulla di particolare, apparendo poco, parlando l’inglese con un forte accento tedesco, se non per le molte maternità, vissute peraltro come un castigo della natura, che spersero pure l’emofilia sulle dinastie europee. Nulla di sciamanico: se l’idea del divino (la Grande Madre, la Madonna dei cristiani, per i nativi sudamericani la Pachamama ecc.) nacque in Mesopotamia 7 o 8 mila anni fa con rappresentazioni femminili, e solo più tardi anche maschili, è perchè in fondo la madre, ogni madre, porta in sé un qualcosa di misterioso, regale, superiore. Se questo si combina con l’eredità dinastica di una seppur tramontata Grande Potenza, è ancor più facile capire il fascino inossidabile di Elisabetta II, al di là di stile, contegno, prudenza, eleganza ecc. Una democrazia (specialmente la nostra) avrebbe bisogno di un ancoraggio prescindente dai suffragi e questo spiega anche e persino l’eccessiva popolarità di alcuni nostri Presidenti, per nulla eccezionali. Eletti per alchimie politico-parlamentari e non in virtù di sangue dinastico, Spirito Santo o altri elementi ‘legittimizzanti’. Purtroppo la nostra dinastia storica, i Savoia, commisero così tanti errori dal condannarci ai sospiri ed all’ammirazione di modelli stranieri.

  2. Guidobono says:
    5 mesi ago

    Copia corretta del precedente:
    Elisabetta II come la trisavola Vittoria è stata molto amata dal popolo e poco dalla nobiltà britannica, dicono. Certamente una monarchia assai ritualizzata, colorata, ultrasimbolica nel suo riprodurre ossessivamente un passato immaginato e perduto per sempre, non solo è fonte inesauribile per i media ed il turismo, ma è un tonico per la vita quotidiana di molti. Perchè negarlo? È l’irrazionale, i Faraoni egizi, il Papa Vicario di Cristo, l’Imperatore del Giappone, la stessa Regina d’Inghilterra (assai più che i re, da Elisabetta I in poi) ecc. che ci aiuta ad attraversare questa valle di noia e dolore, per dirla con Schopenhauer, che è la vita. Comunque, la Regina Vittoria come pochi altri, dopo sovrani o pazzi o debosciati o mezzo tonti, riassume esemplarmente quell’Invenzione della Tradizione di fine Ottocento, sulla quale Eric Hobsbawm scrisse pagine dense e pregnanti, senza far nulla di particolare – apparendo poco, parlando l’inglese con un forte accento tedesco – se non per le molte maternità, vissute peraltro come un castigo della natura, che sparsero pure l’emofilia sulle dinastie europee. Nulla di sciamanico: se l’idea del divino (la Grande Madre, la Madonna dei cristiani, per i nativi sudamericani la Pachamama ecc.) nacque in Mesopotamia 9 o 10 mila anni fa con rappresentazioni femminili, e solo più tardi anche maschili, è perchè in fondo la donna, la madre, ogni madre, porta in sé un qualcosa di misterioso, regale, superiore. Se questo si combina con l’eredità dinastica di una seppur tramontata Grande Potenza, è ancor più facile capire il fascino inossidabile di Elisabetta II, al di là del lunghissimo regno, di stile, contegno, prudenza, eleganza ecc. Una democrazia (specialmente la nostra) avrebbe bisogno di un ancoraggio istituzionale prescindente dai suffragi e questo spiega anche e persino l’eccessiva popolarità di alcuni nostri Presidenti, per nulla eccezionali. Eletti per alchimie politico-parlamentari e non in virtù di sangue dinastico, Spirito Santo o altri elementi ‘legittimizzanti’. Purtroppo, la nostra dinastia storica, i Savoia, commisero così tanti errori dal condannarci ai sospiri ed all’ammirazione di modelli stranieri.

Più letti

  • L’intervista.  Goikoetxea: “Il fallo su Maradona? La mia croce”

    L’intervista. Goikoetxea: “Il fallo su Maradona? La mia croce”

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Il caso. L’errore di restituire i marmi dei Musei Vaticani alla Grecia

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Segnalibro. “Eurasia” e l’attuale ciclo politico dell’Europa

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Difesa. La memoria del cordiale in bustina (simbolo di un’Italia che non c’è più)

    33 shares
    Share 33 Tweet 0
  • Fenomeno Cognetti, le otto montagne in ciascuno di noi

    0 shares
    Share 0 Tweet 0

Seguici su Facebook

Siti amici

  • 10 righe dai libri
  • Appennini di Gian Luca Diamanti
  • Arianna Editrice
  • Associazione Eumeswil Firenze
  • Calcio e statistiche
  • Diretta.it
  • Eclettica edizioni
  • Finanza Sexy
  • Hamelin Prog – Progressive Rock Magazine
  • Il blog di Roberto Perrone
  • Il diario del gigante Paolo Isotta
  • L'eminente dignità del provvisorio
  • linkiesta
  • melascrivo
  • Polémia
  • Rivista Visio
  • SilviaValerio.it
  • Storia in rete
Facebook Twitter Instagram

“All’orizzonte di quell’oceano ci sarebbe stata sempre un’altra isola, per riparsi durante un tifone, o per riposarsi e amare”.
Hugo Pratt

Barbadillo è un laboratorio di idee nel mare del web che, a differenza d’altri, non naviga a vista. Aspira ad essere un hub non conformista, un approdo libero nel quale raccogliere pensieri e parole e dove donne e uomini in marcia possono fermarsi a discutere insieme di politica, ecologia, musica, film, calcio, calci, pugni e rivoluzione.

Ultimi articoli

Mio Italia. No agli insetti sulla nostra tavola, evviva i prodotti nazionali

Mio Italia. No agli insetti sulla nostra tavola, evviva i prodotti nazionali

8 Febbraio 2023
Il ricordo. L’eredità di Paolo Di Nella: “La Rivoluzione si costruisce nell’agire quotidiano”

Sulle strade d’Europa con Paolo Di Nella nel cuore

8 Febbraio 2023
Giorgia Meloni e la sfida della Realpolitik

Assalto al cielo. Scianca: “Il governo Meloni tra il cuneo Usa e una nuova stagione”

8 Febbraio 2023

Ultimi commenti

  • Max su Il punto (di M.Veneziani). Sanremo, canzonette Zelensky e Pensiero unico
  • Tullio Zolia su Il punto (di M.Veneziani). Sanremo, canzonette Zelensky e Pensiero unico
  • Guidobono su Focus. Il Piano Mattei e l’orizzonte mediterraneo del governo Meloni
  • Ferna.. su Il punto (di M.Veneziani). Sanremo, canzonette Zelensky e Pensiero unico
  • Guidobono su Il punto (di M.Veneziani). Sanremo, canzonette Zelensky e Pensiero unico
  • mario paluan su Il punto (di M.Veneziani). Sanremo, canzonette Zelensky e Pensiero unico
  • Luca su Il punto (di M.Veneziani). Le ragioni dell’anticonformismo (anche) al tempo del governo Meloni

with by amdotcom

No Result
View All Result
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Questo sito utilizza cookie per fornirti la migliore esperienza di navigazione. Se continui nella navigazione acconsenti all'uso dei cookie.OkLeggi di più