Ritornano gli U-Boot. Cioè prosegue la serie tv Sky che racconta il coraggio e la disperazione della Marina militare tedesca. Dopo la prima e seconda stagione, ecco il nuovo racconto del dramma dei sommergibilisti di Hitler nella Seconda guerra mondiale. E tornano i personaggi della prima serie: l’ufficiale della Gestapo Forster e il giovane comandante Hoffmann.
Quindi anno 1943. Il conflitto è un cataclisma in cui la Marina tedesca sacrifica se stessa. Missioni-suicidio; equipaggi schiacciati dal dovere; giovani marinai provenienti dai bassifondi delle città. Così c’è l’ingresso in scena di tre teppisti arruolati da un reparto di disciplina; un ingresso che ci riporta al famoso romanzo di Sven Hassel, “Maledetti da dio”. Però, il supporto letterario della serie rimane sempre lo stesso: i romanzi di Lothar Gunter Buchheim, ossia ‘Das Boot’ e ‘Die Festung’. Un supporto che non si accoda mai alla narrazione nostalgica dei reduci, ma diviene testimonianza sofferta di un’avventura militare; la quale affronta la tempesta del ‘secolo breve’ pagando un prezzo altissimo: 789 unità perdute e divenute tombe per 30.000 sommergibilisti.
La produzione Sky propone un cast d’eccezione in cui l’identificazione tra attore e personaggio è completa. Come nel caso dell’ufficiale ingegnere Ehrenberg, personaggio consapevole del corso storico verso l’abisso. Lo scenario è la Francia occupata; un duello oceanico con il comandante inglese Swinburne; aria di spie in un Portogallo neutrale ma pericoloso. Non mancano le figure femminili che tentano di portare consiglio o vengono coinvolte, come Hannie, nelle vicende di un regime che distrugge tutto. Gli attori Tom Wlaschiha, ufficiale Gestapo Forster, e Ray Stevenson, comandante Swinburne, sono due maschere che tramutano una serie televisiva in una narrazioni di successo. O in un sequel che, ancora una volta, è rispettoso di ambienti bellici avvolti da lampi di grande realismo.
Lo visto, il capitano inglese fa la figura dell’assassino e nella società tedesca ci sono donne e bambini, non solo militari. Buona prospettiva, un po’ “correct”, ma già la terza serie
Un grande film che vidi alla sua uscita, mi tocco profondamente talmente che lo ricordo ancora perfettamente.Una rarità in quel periodo, è uno spaccato di vita reale di un sommergibile in guerra con il suo equipaggio che vive consapevolmente euforia,coraggio e paura repressa dal senso del dovere.Al ritorno alla base si da nota all’insensatezza della guerra, dove coraggio è dovere non sempre viene premiato..