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ilPunto (di G.deTurris). Gli effetti (persistenti) della pandemia globale

Nulla appunto è più come prima, e non solo in Italia ma nel mondo intero dato che, a motivo della globalizzazione, l’emergenza sanitaria dovuta al Covid coinvolge i quattro continenti

by Gianfranco de Turris
30 Dicembre 2021
in Corsivi
3
Pandemia globale

In un suo intervento trasmesso in televisione del 5 novembre 2021, il ministro della salute Roberto Speranza ha detto in sostanza che gli italiani stanno ben reagendo alla pandemia perché seguono nella grande maggioranza le regole disposte dalle autorità politiche e sanitarie, ad esempio si sono abituati a portare la mascherina.

Ecco, si sta verificando, anzi si è verificato, quanto si scrisse all’inizio della emergenza coronavirus quasi due anni fa: nulla sarebbe stato come prima. Ma era stato detto per tranquillizzarci, riprendendo una frase di alcune maestre delle elementari finite sui giornali: andrà tutto bene…

E infatti basta guardarsi intorno, osservare il vivere quotidiano, per rendersi conto come la vita di ognuno di noi, la vita comune, è cambiata rispetto al febbraio 2020, prima della decretazione della quarantena, poi detta chissà perché lockdown, e come si consoliderà se, secondo quanto ventilato, lo “stato di emergenza” verrà prolungato sino all’estate 2022. In tal modo una eccezione diventerà la regola e si acquisteranno abitudini che probabilmente si prolungheranno, magari anche per precauzione o paura, pure in seguito. Si pensi proprio alla mascherina, sia quella chirurgica che la FP2, che sta diventando un accessorio quasi obbligato dell’abbigliamento maschile e femminile. Come si era previsto ce ne sono in giro non soltanto azzurre, bianche  o nere, ma di vari colori e disegni vendute per ogni dove, non solo in farmacia, e che signore e signorine abbinano inevitabilmente, potendo ormai scegliere,  al loro vestiario, ne fanno un accessorio che ha un tocco di eleganza. Di necessità virtù.

Nulla appunto è più come prima, e non solo in Italia ma nel mondo intero dato che, a motivo della globalizzazione, l’emergenza sanitaria dovuta al Covid coinvolge i quattro continenti. Un tempo, le grandi epidemie della storia, dalla peste al colera, al tifo, non andavano oltre un certo limite geografico, oggi non più, i confini sono stati aboliti dalla modernità e dai suoi mezzi di comunicazione. E il coronavirus, che è alla base una influenza più violenta e virulenta di tante altre, si espande con grande facilità, indipendentemente se sia una mutazione naturale o, come anche l’OMS sospetta e quasi afferma, sia stata prodotta in un laboratorio di Wuhan e sfuggita accidentalmente.

Oggi le abitudini sono cambiate condizionate dagli eventi e dalle disposizioni (disposizioni giustificate da un paio di articoli della  Costituzione che prevedono limiti alle libertà individuali nei casi di emergenze, anche sanitarie, bisogna pur ricordarlo, ahimè): a parte la mascherina che è un elemento esteriore, la gente si comporta diversamene rispetto a prima: ci si tiene a distanza, a parte quando si è impossibilitati a farlo    (mezzi pubblici urbani), si entra in piccoli locali come edicole o tabaccherie a turno, nei ristoranti non si possono più fare le tavolate conviviali di una volta (eccetto che al Quirinale!), nei giardini pubblici le panchine sono occupate da una sola o al massimo due persone ben distanziate, quando si va in un museo si entra a gruppi di poche persone e nei loro vari ambienti non si può essere in troppi… Vietatissimi gli “assembramenti”, anche se non sempre è possibile evitarli.

Certo, si tende a dimenticare le regole imposte, è troppo forte il voler stare insieme, ma resta il profondo disagio, il sospetto, la diffidenza.  Forse non è nemmeno un male che ci sia un po’ di distanza fra noi, ma al fondo v’è il motivo che ce lo impone, non è una decisione spontanea.

Il Natale 2020 non ha visto le riunioni tradizionali dei nuclei familiari separati durante il resto dell’anno, una occasione di ritrovo fra parenti, e quest’anno come sarà? Ce ne fregheremo essendoci stancati di tutto questo, o avremo ancora paura di un contatto stretto a tavola, allo scambio diretto dei regali?

In passato, una volta scomparsa l’epidemia con il suo strascico di morti, bene o male si tornava alla “normalità”, non c’era pericolo di infettarsi ancora. Oggi è diverso: il  Covid 19 è un virus che, ci hanno detto gli esperti, rimarrà in circolo, non scomparirà definitamente, e in teoria dovremo vaccinarci ogni anno non solo contro la tradizionale influenza stagionale, ma anche contro il Covid.

Il virus ha vinto e ha cambiato il nostro modo di vivere e di osservare le cose. Sarà pure necessario per evitare il peggio, ma a me fa una penosa impressione vedere capi di Stato e di governo, alte autorità e generali che sfoggiano medaglie e nastrini con la mascherina a incontri ufficiali, anche a livello internazionale: vedere il capo dello Stato portare la corona di alloro all’Altare della Patria con la mascherina, i due militari di guardia al sacello  immobili con la mascherina, i corazzieri in alta uniforme che lo scortano con la mascherina. Mi dà la sensazione di  una diminutio… E i grandi della Terra che si danno di gomito per salutarsi non  osando stringersi la mano per timore di contagiarsi, un gesto che ha tremila anni. Questo da un lato, e dall’altro vedere i bimbi in carrozzina o all’asilo con questa fascia bianca davanti alla bocca e che copre metà del loro visetto.

Certo, a parte 130 mila morti, è andato tutto bene, ma anche tutto è cambiato e nulla è più come prima.

Riusciremo mai a farcene una ragione?

@barbadilloit

Gianfranco de Turris

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Tags: covidGianfranco de Turrisglobalizzazionepandemi

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Comments 3

  1. Guidobono says:
    3 anni ago

    Perchè questo virus maledetto è stato preparato nei laboratori cinesi… cioè è il frutto di un intervento umano, non è scaturito da uno scherzo/fatalità della natura…

  2. Guidobono says:
    3 anni ago

    I cinesi hanno riempito il mondo di merdaccia fabbricata a buon prezzo e poi, casualmente o meno, ci hanno messo il fiocco covid…

  3. tommaso bisi griffini says:
    3 anni ago

    Tutto è possibile.
    Dobbiamo deciderci a insorgere per risorgere !

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