Chi pensava che il futuro sarebbe stato dominato dal pop e dal trap rimarrà deluso, perché a cavallo fra la fine degli anni ‘10 e l’inizio di questo decennio sta emergendo con forza una nuova schiera di band che partendo dal Regno Unito e dall’Irlanda sta scalando le classifiche di tutto il mondo, con il suono di chitarre distorte, batteria martellante e testi tossici e contro il sistema spesso urlati o spoken ma senza dubbio di rottura contro il decadimento morale e sociale dei nostri anni dominati dai social. È l’avanguardia post punk della working class inglese, giovani (a volte giovanissime) band che affrontano temi politici e sociali ma anche assai intimi e personali.
Partendo dalla lezione dell’indie rock americano degli anni 90 e 2000, band anglosassoni come Idles, Fountaines DC, Lice, Shame o americane come i Protomartyr ripropongono una versione nuova e fresca del Post punk che negli anni 70 e 80 aveva attraversato la scena indie rendendo attuale la lezione dei Joy Division, Siouxie and the Banshee, public Image ltd.
E lo fanno con una tecnica musicale molto diversa dal punk o post punk anni 70 (che spesso non avevano alcuna tecnica) e con suoni che sfociano spesso anche nello shoegaze o nel krautrock o nell’indie rock.
Chi credeva che l’autotune avrebbe mandato in pensione le chitarre distorte o i canti di protesta sociale rimarrà profondamente deluso. Anche perché le band in questione vendono e riempiono club e palazzetti in giro per l’Europa e addirittura ricevono premi mainstream. E finalmente anche in Italia ce ne stiamo accorgendo (se si sentono gli Idles assegnati ad xfactor) sebbene abbiamo messo le chitarre in cantina.
Ecco una breve playlist ragionata
- fountaines dc – Big
Fortemente radicati nella loro Dublino (DC sta per Dublin City) il loro primo disco – Dogrel -inizia con il verso “Dublin in the rain is mine” e termina con la ballad DUBLIN CITY SKY.
È un disco talmente forte che è premiato album dell’anno per Rough Trade e BBC RADIO 6 music e finisce sul podio di quasi tutte le classifiche dell’anno 2019.
Il loro è il classico suono distorto e tagliente del punk di protesta proletario ma i ragazzi hanno una forte passione per poesia e letteratura e i loro testi sono pregni di questa cultura letteraria appresa nel British and Irish modern music institute.
2- idles – grounds
Durante l’ultima edizione di xfactor, il giudice Manuel Agnelli assegna al suo gruppo più innovativo questo stupendo pezzo degli Idles, introducendolo come “questa è la musica che ascoltano i ragazzi europei”.
Partono da Bristol ma urlano con violenza la propria indignazione anti Brexit e la condanna della classe dirigente assieme a versi di fratellanza e accoglienza.
E lo urlano in una dimensione live da tutto esaurito da quando aprivano i tour dei foo fighters a quando finalmente si sono presi totalmente la scena dei festival di tutta Europa.
3- the murder capital – on twisted ground
Struggente pezzo dedicato ad un amico scomparso, è l’altra faccia di un genere che sa essere potente e distorto ma anche terribilmente lacerante e melodrammatico. Anch’essi esponenti della scena dublinese come i Fontaines DC ma più oscuri e cupi esplorano i sentimenti senza vergogna e senza aver paura ma utilizzando la paura come forma di catarsi.
4- shame – one rizla
Figli della middle class della periferia sud di Londra, gli Shame nel 2018 pubblicano il loro primo full lenght che riporta alle sonorità post punk ma anche ad un cantato sfacciato e sgraziato tipico del punk degli esordi.
One rizla rappresenta un po’ il loro manifesto sfacciato e ironico.
Da quel momento iniziano a girare il mondo per concerti trovando conforto ma anche angoscia nella dimensione live. Da questo senso di svuotamento legato agli eccessi del successo assieme alla clausura ricercata dal leader Charlie Steen nasce nel 2021 il loro secondo e più maturo album Drunk Tank Pink.
5- Black Country new road – Athens, France
The next best thing della scena post punk inglese, questa band di ragazzini ventenni sa esattamente cosa vuole e sa esattamente come fare per averlo.
Parla di incontri amorosi con l’attitudine nerd, urla di rapporti con genitori boomer e cita qualsiasi cosa venga loro in mente.
Il loro disco di esordio del 2021 è fortemente influenzato dai nostri tempi di paura e lockdown ma al suo interno sa fondere post punk, post rock con riferimento agli slint, padri del genere, fiati ed archi che fanno ben sperare per il percorso futuro dei sette londinesi.