Strano a dirsi, ma la satira e l’ambientalismo hanno avuto, nel nostro curioso Paese, un destino comune: entrambe sono materie geneticamente riconducibili a una sensibilità tradizionalista che molto ha a che fare con l’etica e il senso del sacro, eppure sia sull’una che sull’altra vige il monopolio assoluto della Sinistra culturale.
Vauro per la satira e Greta Thunberg per l’ambiente possono essere considerati, in questo senso, veri e propri ambasciatori di quella cultura progressista che da più di mezzo secolo viene considerata la sola titolata a trattare i due temi in questione.
Eppure la satira – che è l’universo nel quale si muove il nostro giornale – nasce nella Roma del II secolo avanti Cristo dove si ricorreva al sarcasmo e all’infrazione periodica e catartica dei tabù, proprio per riaffermare la dimensione seria e sacra della politica e della vita. Un approccio sicuramente destrorso che risulta ancora più evidente quando si parla di rispetto e tutela dell’equilibrio ambientale. Espressione che già da sé evoca il concetto di conservazione ed apre a una concezione spirituale del creato senza la quale l’ambiente nel quale siamo immersi diventa semplice materia da sfruttare.
Questo collegamento, tra ambientalismo e conservatorismo, è proprio il fulcro attorno al quale lo scrittore ed editore Francesco Giubilei ha lavorato per il suo Conservare la natura (Giubilei Regnani). Proprio con lui ci addentriamo in questo affascinante viaggio tra ambiente, politica e cultura.
Parafrasando Nanni Moretti, possiamo affermare che se parliamo di ambientalismo stiamo dicendo «qualcosa di Destra»?
Facciamo una premessa. La tutela dell’ambiente è un tema che dovrebbe stare a cuore a tutti i cittadini a prescindere dal loro credo politico, siano essi di sinistra, di centro, di destra. Negli ultimi anni abbiamo però assistito a una ideologizzazione della battaglia ambientale da parte non tanto (o meglio non solo) della sinistra tradizionale ma di una nuova sinistra globalista e liberal rappresentata da Greta Thunberg e dai Fridays for Future. In questo contesto è necessario proporre una visione alternativa per conservare la natura che affonda le proprie radici nel pensiero conservatore e della destra.
In tal senso senza dubbio possiamo dire che se parliamo di ambientalismo stiamo dicendo “qualcosa di destra” perché esiste una storia e una tradizione di Destra in Italia e in Europa legata al tema dell’ambiente. Dal settimanale rautiano Linea a Dimensione Ambiente, da Rutilio Sermonti a Strapaese di Mino Maccari, dai Gre a Fare Verde, da Roger Scruton ai Wandervogel, gli esempi sono molteplici.
Si può parlare di tutela dell’ecosistema e di ambientalismo senza la riscoperta del genius loci? Senza cioè ripartire dai confini e dalla valorizzazione delle identità e delle specificità territoriali e culturali che da sempre determinano l’equilibrio del pianeta?
C’è chi parla di ambientalismo dimenticando sia la centralità del genius loci sia la sacralità del concetto di natura. Nelle civiltà tradizionali la natura era un elemento imprescindibile nella vita dell’uomo, non a caso le divinità politeiste erano dedicate proprio a elementi naturali e lo stesso vale per il cristianesimo, nella Bibbia si parla del concetto di creato (inteso come unione di uomo e natura), così come nel pensiero di San Francesco e nelle encicliche degli ultimi pontefici. La conservazione dell’identità e della natura vanno di pari passo, non ci può essere una senza l’altra.
Come è potuto accadere che un tema così legato al rispetto dell’identità e al senso del sacro – concetti che il «sistema mondo» globalitario ha messo in profonda crisi – sia finito nel pantheon culturale del progressismo che di quel «sistema mondo» è interprete metapolitico?
È successo un fenomeno analogo alla cultura: da un lato c’è stato un tentativo della Sinistra di impossessarsi dell’ambientalismo, dall’altro la Destra, o per meglio dire il Centrodestra, politicamente ha fatto una serie di errori disinteressandosi per anni del problema ambientale salvo alcune rare accezioni (penso per esempio al defunto ministro Matteoli). Tutto ciò è avvenuto nonostante esista un’importante storia e cultura di Destra legata all’ecologismo. È perciò necessario proporre una visione alternativa a quella globalista che sia invece basata sul rispetto delle identità locali e nazionali e delle comunità locali invece che dalle entità globali e sovranazionali.
Piaccia o no, l’ambiente rappresenta un tema del futuro per la politica, basta vedere il risultato dei Verdi in Germania alle elezioni europee lo scorso anno o dei Verdi in Francia poche settimane fa con la vittoria al ballottaggio in importanti città come Lione o Bordeaux. L’ambientalismo è un tema che sta sempre più a cuore ai cittadini, in particolare alle giovani generazioni, per questo è assolutamente necessaria una proposta, in merito, che nasca da Destra.
Se la Sinistra è in evidente contraddizione anche nel versante opposto su questo tema – ma non solo – si va in ordine sparso: è compatibile l’ambientalismo con una visione di certa Destra ultraliberista in cui il Pil, i consumi e il profitto vengono prima di tutto?
Quando parliamo di Destra dobbiamo tenere a mente che non esiste una singola Destra ma tante Destre: una Destra conservatrice, una cattolica, una sovranista e una Destra liberale, ma non liberal.
Esiste un pensiero di Destra liberale che all’interno del mio libro Conservare la natura cerco di sintetizzare e che mette al centro il ruolo dei privati rispetto al pubblico soffermandosi sulla centralità del diritto di proprietà.
Diverso è il caso di quella visione ultraliberista cui la domanda fa riferimento che però io non definirei nemmeno di Destra.
Parliamo infatti di una visione del mondo in cui il profitto è un elemento preminente e subordina qualsiasi altro valore all’economia dimenticando che l’etica, in una visione del mondo di Destra, viene prima di tutto.
In ogni caso si tratta di un pensiero sotto molti punti di vista agli antipodi rispetto a quello conservatore che considera la comunità un principio basilare da cui partire per salvaguardare l’ambiente che ci circonda.
*Da Candido di agosto