• Home
  • Il Clan
  • Privacy Policy
  • Contatti
domenica 22 Giugno 2025
No Result
View All Result
Barbadillo
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Cinema
  • Parola ai lettori
Barbadillo
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Cinema
  • Parola ai lettori
Barbadillo
Home Libri

Libri. “La terra di ‘dove'” di Daniele Giancane: una rilettura poetica della nostalgia

by Sandro Marano
10 Ottobre 2019
in Libri
0
Daniele Giancane
Daniele Giancane

Sono due i protagonisti di questo poemetto di Daniele Giancane, La terra di “dove” (edizioni La matrice, pp. 55, € 8), edito da poco in occasione dei suoi 50 anni trascorsi con la poesia (il suo primo volume di versi uscì, come ci ricorda egli stesso nella nota introduttiva, nell’autunno del 1969): il comandante e la nebbia. Il comandante, diremmo di primo acchito, è lo stesso poeta che s’interroga sul futuro e cerca di comprendere quale possa essere. Ma, a ben vedere, è lo stesso lettore che viene via via coinvolto dal testo e invitato a formulare una propria ipotesi, a darci la sua visione del mondo che sarà. E la nebbia che l’avvolge non è altro che lo stesso futuro con le sue tante possibili facce. Il testo che è suddiviso in cinque scene, che ben si prestano alla recita teatrale, ci presenta cinque diverse possibili visioni del futuro prossimo venturo, nient’affatto peregrine o inverosimili, perché partono da tendenze più o meno in atto nel mondo, che ognuno di noi può riscontrare o intravedere.  La prima visione è quella di un mondo omologato, globalizzato, dove non c’è più posto per le nazioni, per i confini, per le identità, perché “la storia è una macina / che travolge ogni cosa, / che muta e manda in mille pezzi / le accumulate certezze. / Che sbriciola e nel contempo edifica, / lungo l’inesauribile / movimento del tempo.” E la nazione è diventata solo un bel sogno, di cui provare nostalgia. La seconda è quella di una terra desolata, distrutta da una catastrofe ecologica, dove i “radi sopravvissuti tornarono nelle caverne”,  a causa dell’inquinamento delle falde acquifere e dell’aria “pregna di anidride carbonica / per i gas erogati senza pietà / dalle mille e mille industrie / che dovevano dare prosperità al mondo / e invece dettero morte e malattie”. Gli uomini non seppero custodire le risorse e le ricchezze della terra contro la quale condussero un’insensata guerra. La terza visione è quella che nella letteratura fantascientifica viene definita distopia, una sorta di utopia negativa, non desiderabile. La scena si muove tra 1984 di Orwell, Il mondo nuovo di Huxley e Fahrenheit 451 di Bradbury. E’ un mondo perfetto e mite, “dove umani come robot / compiono il lavoro quotidiano / e parlano tra loro  / con frasi preconfezionate”, dove la censura regna sovrana per il bene di tutti e il prezzo della felicità è la perdita della libertà. La quarta e la quinta visione sono forse meno probabili, ma non per questo puramente fantasiose. La quarta è quella di un mondo a compartimenti stagni, dove si pratica l’apartheid, dove ciascuno è chiuso territorialmente nel proprio luogo e ogni razza è separata dall’altra: “Sarà il ritorno all’inizio dei tempi / il destino del mondo?” La quinta visione è il matriarcato, dove “il presidente del mondo è una donna altera, /  una tigre bionda e inflessibile” (ahinoi, maschietti! ha le fattezze della Merkel, non di Sharon Stone!) e dove “gli uomini hanno ottenuto dopo tante battaglie e marce / e sit-in interminabili / le quote azzurre”. Le cinque visioni ci lasciano l’amaro in bocca e si chiudono con un sipario dove il poeta si rivolge direttamente al lettore “allucinato viandante del XXI secolo”, invitandolo a dire cosa lui intravede nel futuro. Il poemetto vuol essere in definitiva un invito alla riflessione, ad una maggiore consapevolezza, a coltivare la propria libertà interiore. E a non dare nulla per scontato, perché, come osserva il filosofo spagnolo Ortega y Gasset, “la vita è insieme fatalità e libertà, è essere liberi all’interno di una fatalità data”.  

@barbadilloit

Sandro Marano

Sandro Marano

Sandro Marano su Barbadillo.it

Visualizzazioni: 0
Tags: BarbadilloBariculturadaniele giancanela terra di dovelbripoesiasandro marano

Related Posts

Segnalibro. Ezra Pound, l’Italia e il fascismo spiegati ai cittadini di sua Maestà britannica

Segnalibro. Ezra Pound, l’Italia e il fascismo spiegati ai cittadini di sua Maestà britannica

22 Giugno 2025
Evola e Tolkien antimoderni (visti da Gianfranco de Turris)

Evola e Tolkien antimoderni (visti da Gianfranco de Turris)

21 Giugno 2025

Segnalazione. “Musk: il Tecnosciamano”: il tycoon come evocatore di sogni collettivi

Aspide. “La riva delle Sirti” di Gracq, sospesa tra Jünger e Buzzati

L’Occidente tra nichilismo e declino visto dallo storico Todd

Segnalibro. Céline visto da Bardèche, con la “piccola musica” e la scrittura ricreata

Le Parigi di Pierre Drieu La Rochelle, città che narra vita e morte dello scrittore solitario

Riscoprire il mito di Dioniso con il saggio di Walter Friedrich Otto

Il principio femminile e il sacro nella storia dell’Occidente secondo Lopane

Più letti

  • “C’è ancora domani”, tutte le sbavature nel film di Cortellesi

    “C’è ancora domani”, tutte le sbavature nel film di Cortellesi

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • La polemica. Al film della Cortellesi preferiamo l’epopea della Magnani in “Onorevole Angelina”

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Salviamo il Comandante Todaro: mito e realtà di un eroe italiano (senza buonismo)

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • In “The Penitent” di Barbareschi la religione è nel mirino degli lgbt

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • La vita romanzesca di Edda Ciano Mussolini tra amore, odio e perdono

    0 shares
    Share 0 Tweet 0

Seguici su Facebook

Siti amici

  • 10 righe dai libri
  • Appennini di Gian Luca Diamanti
  • Arianna Editrice
  • Associazione Eumeswil Firenze
  • Calcio e statistiche
  • Diretta.it
  • Eclettica edizioni
  • Finanza Sexy
  • Hamelin Prog – Progressive Rock Magazine
  • Il blog di Roberto Perrone
  • Il diario del gigante Paolo Isotta
  • L'eminente dignità del provvisorio
  • linkiesta
  • melascrivo
  • Polémia
  • Rivista Visio
  • SilviaValerio.it
  • Storia in rete
Facebook Twitter Instagram

“All’orizzonte di quell’oceano ci sarebbe stata sempre un’altra isola, per riparsi durante un tifone, o per riposarsi e amare”.
Hugo Pratt

Barbadillo è un laboratorio di idee nel mare del web che, a differenza d’altri, non naviga a vista. Aspira ad essere un hub non conformista, un approdo libero nel quale raccogliere pensieri e parole e dove donne e uomini in marcia possono fermarsi a discutere insieme di politica, ecologia, musica, film, calcio, calci, pugni e rivoluzione.

Ultimi articoli

Segnalibro. Ezra Pound, l’Italia e il fascismo spiegati ai cittadini di sua Maestà britannica

Segnalibro. Ezra Pound, l’Italia e il fascismo spiegati ai cittadini di sua Maestà britannica

22 Giugno 2025
Musica. Le note ribelli di Vasco contro tutte le guerre

Musica. Le note ribelli di Vasco contro tutte le guerre

22 Giugno 2025
La parabola di Corrado Orrico (tra Inter e dimissioni): un allenatore fuori dagli schemi

La parabola di Corrado Orrico (tra Inter e dimissioni): un allenatore fuori dagli schemi

22 Giugno 2025

Ultimi commenti

  • Marta Lagascio su La parabola di Corrado Orrico (tra Inter e dimissioni): un allenatore fuori dagli schemi
  • pasquale ciaccio su Caduta di Massini dal Teatro “La Pergola” (la vignetta di Giorgio Betti)
  • Guidobono su Il caso. Se il quotidiano cattolico Avvenire riabilita un eretico
  • Tullio Zolia su Evola e Tolkien antimoderni (visti da Gianfranco de Turris)
  • Gallaro' su Caduta di Massini dal Teatro “La Pergola” (la vignetta di Giorgio Betti)
  • Giovanni su Il caso. Se il quotidiano cattolico Avvenire riabilita un eretico
  • Guidobono su Luisa, la studentessa pavese che conquistò Giacomo Airoldi

with by amdotcom

No Result
View All Result
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Cinema
  • Parola ai lettori
Questo sito utilizza cookie per fornirti la migliore esperienza di navigazione. Se continui nella navigazione acconsenti all'uso dei cookie.OkLeggi di più