
In un libro del 1977, “Prezzolini alla finestra”, lo scrittore si domandava perché Pound suscitasse polemica. Sembra che il tempo non sia trascorso. Di certo l’impostazione critica di Giuseppe Prezzolini è di stampo crociano, cioè indica che è meglio separare la politica dall’arte; e come si fa a non essere d’accordo: diversamente, se non tentassimo un’onesta separazione tra visione artistica e scelte politiche, dovremmo bruciare tanta arte compromessa durante il ‘secolo breve’, arte rossa o arte nera.
Coinvolge qui l’elogio di Prezzolini per il poeta dei “Cantos”, per l’artista che “ha toccato delle corde che fanno tintinnare i bicchieri e fremere i violini e pulsare le pelli dei tamburi e svegliare dei canarini in gabbia.” Il discorso prezzoliniano si fa sincero, dice quello che pensa, non teme di elogiare l’arte di un poeta che abbracciò il fascismo, e l’elogio dell’intellettuale conservatore viene scritto in un periodo in cui l’antifascismo non consentiva nessuna libera espressione.
Il saggio ritrovato è anche un’occasione per accompagnare l’attività culturale di chi da anni è impegnato nel rileggere, in un quadro post-ideologico, l’opera letteraria del poeta americano; un’opera che è sintesi di idee avanguardistiche del Novecento che però non perdono di vista la potenza della tradizione; e in questa direzione la letteratura poundiana deve trovare spazio nelle ricerche editoriali, nei manuali scolastici, nel dibattito tra docenti e allievi. E se questo non avvenisse, il XX secolo non finirà. Mai.
Sono vari giorni che non faccio che leggere versi di Ezra Pound, prosa di Ezra Pound, lettere di Ezra Pound, libri che spiegano i versi di Ezra Pound, libri che negano il valore di Era Pound, articoli che spiegano le spiegazioni su Ezra Pound, articoli che attaccano chi ha difeso Ezra Pound. Questo Ezra Pound deve essere un diavolo a quattro per mettere in moto tanta gente. In generale gli Americani non s’accapigliano come gl’Italiani per ragioni letterarie, o come i Bizantini per ragioni teologiche. Infatti oltre (o sopra, o sotto) la polemica letteraria c’è la polemica politica e quella razzista. Cerchiamo di vedere chiaro in questa faccenda. In un mare pieno di seppie, oltre che di scogli. (…)
Senza entrare in discussione critiche, posso affermare Ezra Pound è considerato come un grande autore da molti poeti e critici, e più particolarmente come l’autore di una rivoluzione nella poesia anglosassone contemporanea, e per dirla con termini italiani, d’una rivoluzione ermetista; nello stesso tempo scopriva, soccorreva, sollecitava, aiutava, pubblicava o faceva pubblicare poeti e scrittori contemporanei che oggi hanno una fama mondiale, come T.S. Eliot, W. B. Yeats, J. Joyce, E. Hemingway; sosteneva con scritti vari una teoria economica denunziante l’interesse privato sul denaro prestato (usura) come il maggior male del mondo; gli pareva di trovar realizzato il suo ideale nello Stato corporativo italiano e fu così coerente da sostenere il Fascismo anche durante il periodo in cui gli Stati Uniti, sua patria, erano in guerra con l’Italia e da far propaganda per mezzo della radio italiana fra le truppe americane. Per quest’ultimo fatto, consegnatosi agli americani, fu messo in prigione dentro i campi spinati di Livorno, portato negli stati Uniti, ma prima di essere sottoposto a processo, trovato ammalato di mente e quindi internato nel Manicomio di Saint Elizabeth in Washington D.C., dove poté scrivere e ricevere persone. Essergli stato decretato il Premio Bollingen, da una commissione letteraria nella quale trovavano T.S. Eliot e Archibald Mac Leish, per i suoi Pisan Cantos, suscitò vive polemiche che durano tuttora, imperniate, almeno in partenza, sul problema se era lecito premiare una persona che aveva tradito la patria e che aveva manifestato apertamente sentimenti antisemitici. Ezra Pound è una persona che pesta i piedi a molta gente, che li ha sensibilissimi.
E tu, mi dirà un lettore, trovi che Pound è un genio, un traditore della patria, un martire, un gran poeta, un buffone ed un impostore, uno scrittore confuso e artificiale, un lume tra le tenebre… che cosa pensi tu? Caro lettore, vorrei dire, che cosa conta quel che penso io? Per filosofie e poeti una cosa conta sempre: per quello che hanno operato nel loro ambiente nazionale o entro l’umanità (quella che conosciamo), i miei valori non concordano con quelli di Ezra Pound, ma evidentemente quando il suo strumento suona , c’è un’infinità di risonanze in questa casa (Stati Uniti) dove abito io. Ezra Pound ha toccato delle corde che fanno tintinnare i bicchieri e fremere i violini e pulsare le pelli dei tamburi e svegliare dei canarini in gabbia. La casa si anima quando Ezra Pound suona, senza sapere da dove viene quel misterioso incentivo. Qui in Inghilterra, in Irlanda, dovunque si sa l’inglese. Di più non mi chiedere, amico lettore.
Ti direi che è certamente un poeta sviato, secondo me, da una cattiva poetica. Ti direi che tra le sue oasi di poesia passano lunghi deserti (o sbadigli) di didascalismo, di annalismo, di enciclopedismo(…) Il suo pensiero economico ( fare senza ‘usura’) è falso o sconfitto dal mondo moderno, che è quello che è, ma esiste, mentre quello di Pound non è mai esistito (…)
Tuttavia, quando Pound lascia libero il suo canto e dimentica di sorprenderci con un enigma linguistico, o stilistico, o storico, mi pare un poeta. Sento che ha un raro possesso della lingua. È un classico.
In hot summer have I great rejoicing
When the tempests kill the earth’s foul peace,
And the light’nings from black heav’n flash crimson,
And the fierce thunders roar me their music
And the winds shriek through the clouds mad, opposing,
And through all the riven skies God’s swords clash.
(Nella calda estate ho una grande gioia
Quando le tempeste uccidono la pace sporca della terra,
E i lampi di colore nero lampeggiano in modo cremisi,
E i tuoni feroci mi ruggiscono la loro musica,
E i venti stridono tra le nuvole pazzi, opposti,
E attraverso tutti i cieli spaccati si scontrano le spade di Dio.)
Ma la lettura di questi suoi libri e dei suoi libri su di lui e contro di lui mi ha persuaso che Pound è una straordinaria personalità. Soprattutto le lettere, sia pure talvolta puerili, arroganti, sbalestrate, senza freni giù per la scesa, sono straordinaria pittura, di un uomo puro, che non ha altro nome che la poesia. Non ci sono in quei venti anni di propaganda, di passione, di amore, mai bassezze, interessi, piccinerie. Non si sente mai parlare di dollari di lire (come in certe corrispondenze che ho letto di certi scrittori). Non ci sono nemmeno rivalità. Non ci sono nemmeno pettegolezzi. C’è l’asserzione di una personalità invadente, piena di vitalità, gonfia di sangue e di linfe, una marea di cognizioni e convinzione che spesso non stanno insieme se non perché corrono insieme come una valanga giù dalla cima. (…)
Per quanto tempo ancora si discuterà se Ezra Pound fu ‘fascista’ invece di domandarsi se fu ‘poeta’?
Concordo col giudizio di Giuseppe Prezzolini (la sua scrittura è tagliente, precisa, ricca di immagini, classicheggiante e serrata nell’argomentare!) sul grande EZRA POUND. Grazie alla Redazione di Barbadillo per aver riproposto questo bellissimo testo!