La prima guerra mondiale è appena finita. Adelmo è un reduce, spettatore incredulo di un’Italia alla deriva, prossima alla tragedia: la violenza rossa dilaga nelle città, i reduci sono disprezzati, la borghesia pensa solo a salvare quello che ha. Ma le cose stanno per cambiare… Il racconto dell’ultimo volume di Ferrogallico inizia da qui. Siamo nel 1919: alba della rivoluzione fascista.
Le tensioni di un’epoca straordinaria, il pionierismo di un manipolo di uomini ispirati e coraggiosi, l’avanguardia e la sintesi di idee nuove, le aspirazioni della nazione, ma anche la delusione per una Vittoria tradita e l’infamia rossa e borghese riversata sui reduci… 1919. Italia. Dopo i giorni delle tormente di ghiaccio e di fuoco delle trincee alpine, per Adelmo, un Ardito delle Fiamme Nere, è tempo di tornare a casa. Tutto è cambiato, il sogno è infranto. L’Italia è una matrigna abbandonata alla violenza anti-nazionale dei rossi e all’egoismo e alla vigliaccheria dei borghesi. L’Italia volta le spalle ai reduci. Si vergogna di loro. Li disprezza. La nazione, però, non è ancora morta… e Adelmo scopre giorno dopo giorno cosa gli ha riservato il destino, diventando testimone di una stagione mitica, eroica di riscatto e di rinascita. È l’alba della rivoluzione… l’alba della rivoluzione fascista. L’avvincente e avventurosa storia a fumetti di Adelmo (Ardito della grande guerra, reduce e sansepolcrista) è così metafora di una storia più grande, di una storia nazionale…
L’edizione impreziosita dal rarissimo “Diario della volontà” di Benito Mussolini, pubblicato nel 1927 e riproposto oggi nella seconda parte dell’opera.