Rottamare lo Ius Soli è stato il regalo che la sinistra di lotta e di governo s’è autoconsegnata per sperare di continuare a vivere. Le elezioni incombono per tutti e se Renzi arriva ad ammettere pubblicamente che il Pd è sotto di sette punti (immaginate, dunque, quanti voti abbia perso in realtà) vuol dire che c’è un grosso problema.
In coda di una legislatura ondivaga, bislacca e responsabile (alla Scilipoti, ça va sans dire) sopra ogni cosa giunge il tanto atteso provvedimento che donerà la cittadinanza agli immigrati di seconda o terza generazione nati in Italia. Un’idea molto “americana” che tradisce la completa americanizzazione della sinistra morale che, rinchiusi nello sgabuzzino i labari della lotta di classe, ha ora imbracciato i proclami dei diritti alla felicità.
Al di là del provvedimento in sé, l’approvazione dello Ius Soli avrebbe significato il tracollo nelle urne. E non lo diciamo noi, ma i sondaggi su cui si plasma la politica nazionale. Per Renzi, sostenere la battaglia sarebbe stato doppiamente improbo, difficoltoso e impopolare, avrebbe avuto un’altra (brutta) gatta da pelare sul web e nei bar proprio nei giorni in cui la Commissione Banche sta vagliando quella storia brutta di Etruria. Farsi del male da soli, continuare a sanguinare davanti agli squali per un partito che s’ambisce come l’unico possibile di governo (gli altri, tutti squalificati dalla retorica dem) sarebbe una strategia suicida. Anche perché gli immigrati non votano e quei ragazzi, tranne qualcuno, sarebbero troppo giovani per farlo ora.
A un osservatore un poco distratto, parrebbe proprio che il centrodestra stia giocando per perderla. Usciamo da un periodo di potenti contrapposizioni fra le tre punte di diamante della coalizione a cui, ogni giorno che passa, spunta una “gamba” in più. Adesso si parla della quinta gamba a cui, con alacrità, stanno lavorando i centristi coi liberali e in cui si infilerebbe anche l’Udeur II, appena lanciato dal sindaco di Benevento Clemente Mastella. Quinta, sì, perché la “quarta” è già in moto. Si chiama “Noi con l’Italia” e dentro ci sono ex montiani (ma chi, uscendo dal Parlamento, può scagliare la prima pietra?) ed ex alfaniani.
Non si capisce allo stato attuale quanto peseranno i consensi di queste scialuppe in viaggio verso il centrodestra. Certo, però, che presentarsi in coalizione con Lupi, Costa, Zanetti, Tosi dopo che a loro Lega Nord e Fdi hanno dichiarato asperrima guerra, potrebbe causare incidenti diplomatici di rilievo.
Chissà quanto varranno le due gambe in più a un centrodestra sinceramente trino che non vuol farsi anche uno, a cui poco piacerebbe trovare composizione pacifica attorno a un solo leader, sia esso l’eterno Berlusconi oppure il rampante Salvini o ancora la combattiva Meloni. Insomma, troppe gambe e nessun capo.
@barbadilloit