Pronti, via. Depositate le liste, la situazione per il centrodestra in Campania è grave ma non è seria. La coalizione è competitiva solo in un capoluogo di provincia su quattro che andranno al voto. E a Napoli gli ultimi adempimenti diventano occasione di polemiche, risse e (forse) di ritardi che potranno causare l’azzoppamento dell’alleanza per Maresca. Insomma, Napoli indietro tutta.
Fratelli coltelli
Bei tempi quando, come recita l’adagio tra i più citati degli aficionados della politica “colla e manifesti”, tutto quello che succedeva nelle sezioni restava lì dentro. Oggi, invece, tutto finisce direttamente su Facebook (e in tribunale). Volano botte, mazzate e querele tra due esponenti di Fratelli d’Italia. Si tratta di Pietro Diodato, ex consigliere e di Marco Nonno, consigliere comunale uscente e regionale in carica. Uno accusa l’altro di averlo aggredito “spalleggiato da alcuni personaggi palestrati” perché “voleva impedire la mia candidature e quella dei miei amici nelle municipalità”. Nonno, da parte sua, denuncia di essere stato lui aggredito “con una testata su un dente” perché gli avrebbe voluto impedire di ritirare la sua candidatura dalla lista. Il risultato è che Diodato sarà candidato nella civica “Catello Maresca” e che la polemica non sia più indirizzata verso gli avversari (ma lo è mai stata davvero?) bensì sul fronte interno.
Lo stesso Diodato, ancora sui social, rinfaccia a Nonno di aver votato i bilanci dell’amministrazione de Magistris e accusa il partito di Fratelli d’Italia di non averlo espulso e di essere diventato “un luogo non sicuro per le persone per bene”. Nonno gli rinfaccia a Diodato il “comportamento sconnesso di un personaggio disperato che ha perduto il consenso dei suoi elettori”. Il partito, insomma, rischia grosso da questa polemica fratricida. Che potrebbe trascinare con sé le chance di affermazione dell’intera alleanza di centrodestra.
Lega a rischio squalifica, Manfredi punta al cappotto
La Lega presenta la lista con tre minuti di ritardo e rischia di rimanere fuori dalla competizione elettorale. Il termine ultimo erano le 12 e la documentazione sarebbe stata presentata uno (o tre) minuto dopo il gong. I militanti della Lega, o meglio del progetto civico “Prima Napoli”, ora tremano. In teoria, la lista non dovrebbe essere accettata anche se c’è materiale per ricorrere e per ottenere ragione. La vicenda, però, sarebbe addebitata dai vertici leghisti e del centrodestra proprio alla bagarre interna a Fratelli d’Italia. La corsa, come rivela Repubblica Napoli, a colmare i vuoti lasciati da Diodato e i suoi (comunque sia andata) avrebbero indotto un travaso di nomi tra le due liste. Complicando e non poco le formalità.
Fatto sta che se non dovesse essere presentata la lista, per Catello Maresca sarebbe un colpo drammatico che si troverebbe con otto anziché nove liste. Anche perché, dall’altra parte, il candidato del centrosinistra Gaetano Manfredi conta tredici liste a suo sostegno, dal Pd al M5s passando per Leu, Verdi e “Azzurri per Napoli”, la sigla che raccoglie gli ex del centrodestra. Tutti allineati e coperti. C’è poi Antonio Bassolino con cinque liste. L’ex assessore Alessandra Clemente sarà appoggiata dall’estrema sinistra e qualche civica connotata chiaramente nella stessa area.
Infine, una piccola pattuglia di comprimari tra cui i Cinque Stelle dissidenti capitanati da Matteo Brambilla, alcune sigle meridionaliste e no-vax.