Un’altra estate è passata, per dirla con il grande avvocato Covelli – quello interpretato da Riccardo Garrone nell’ultrapop “Vacanze di Natale” – ce la siamo proprio tolta dalle prime pagine, con i suoi scandali, grandi e piccoli, le sue vergogne e le sue amenità. Oppure no? Ne parliamo con Alessio Di Mauro, direttore de Il Candido e prestigiosa firma di punta del panorama della satira italiana.
Settembre, andiamo. Si torna al solito tran tran. Che estate è stata questa che ci stiamo lasciando alle spalle?
La solita, purtroppo. Il guaio è che ormai il “tran tran” non va più in vacanza. Anzi, per dirla meglio, ci segue pure lì. Uno si illude che con la calura i tanti guai che attanagliano questo nostro disgraziato Paese allentino un po’ la morsa almeno per un mesetto, e invece no. Siamo stati alle solite pure ad Agosto. Tutti sotto l’ombrellone a registrare l’ennesimo episodio di violenza del quale si sono rese protagoniste le solite “risorse” che ormai imperversano dettando legge in ogni dove; a trasecolare sulle dichiarazioni di ministri e deputati che in un contesto del genere continuano a parlare di ius soli; a imprecare contro uno Stato fantoccio, e schiavo delle procedure, che provava da anni ad espellere la famiglia dei due marocchini del branco di Rimini (persino offrendo loro 20mila euro di danaro pubblico e il biglietto del viaggio aereo), ma ovviamente senza cavare un ragno dal buco. Eppoi ancora, andando appena un po’ a ritroso, l’ennesimo attentato dell’Isis, l’ennesima apertura del Papa all’accoglienza indiscriminata (tranne che nello Stato Vaticano, naturalmente) e potremmo continuare a lungo. “E la chiamano estate”, diceva in un’Italia migliore quel genio malinconico di Bruno Martino. E pensare che in fondo lui aveva perso solo una donna, mica un intero Paese…
La politica torna tra i banchi (delle convention, delle feste di partito, delle riunioni di corrente) in vista dell’esame elettorale del prossimo anno. Che ci dobbiamo aspettare da questa (pre) campagna o, magari, proprio dal voto?
C’è da aspettarsi il solito teatrino trasformistico. E una gustosa anteprima ce la stiamo già godendo con la sinistra che sui temi migranti e sicurezza gioca a fare la destra per non finire asfaltata alle elezioni. Andremo incontro alla consueta overdose di chiacchiere e promesse alle quali non credono più per primi, e in modo sempre più evidente, coloro che le fanno. Questo per il semplice fatto che la politica ha perso pian piano la possibilità di incidere sulla realtà e si è messa a totale servizio del potere finanziario. Le carte le servono le banche private e le centrali del capitalismo apolide neo-liberista che stanno distruggendo ovunque l’identità dei popoli e un secolo di conquiste sociali. È un dato che emerge sempre con maggiore chiarezza. Ed è per questo che a vincere, ogni volta, sono l’astensionismo e i cosiddetti partiti anti-sistema.
Cosa è ipotizzabile accada a sinistra? E cosa succederà nel centrodestra?
Non prendiamoci in giro, sinistra e destra non esistono più da tempo. O meglio, continuano ovviamente ad esistere come categorie della politica le quali però oggi non trovano, tranne rarissime eccezioni, interpreti credibili. Ci sono semmai degli usurpatori che ancora continuano a mobilitare certe appartenenze per raccattare disperatamente qualche voto, ma una volta ottenuto il seggio si dimenticano persino qual è stato il veicolo utilizzato per il raggiungimento di quell’unico vero obiettivo (vedere la parabola di Alfano per credere).
Il resto del Paese che fa?
Il resto del Paese è impegnato coi reality e le mille “isole” sulle quali siamo catapultati da mane a sera. C’è da seguire le reprimende di Signorini e i retroscena sull’ultimo flirt di Belen, figurarsi se si può stare dietro le sorti del Paese, del mercato del lavoro o della guerra in Siria. L’ultima è l’Isola di Adamo ed Eva, dove nuove generazioni di italiani ed italiane, presi amorevolmente per mano da tale Wladimiro Guadagno, la transgender ex comunista più cool del Paese, vengono educate alla competizione a suon di chiappe, tette e dotazione. Vince chi ce l’ha più piccolo (il cervello naturalmente). Eppoi si chiedono perché i giovani non si ribellano…
Qualche cartolina dell’estate che se ne va.
Quella dalla spiaggia di Rimini – teatro dell’orrore e paradigma del fallimento della politica sui richiedenti asilo – e quella che arriva dalla Polonia, la quale chiede a gran voce l’estradizione del branco. Con tanti saluti alla nostra magistratura della quale, giustamente, il governo di Varsavia non si fida. L’ultima cartolina risale invece a Luglio e viene da Sabaudia, dove un nuotatore down ha salvato dall’annegamento certo una bimba di dieci anni, ripescandola e trascinandola a riva per affidarla alle cure dei bagnini. Quell’eroe straordinario si chiama Valerio, non lo chiamano all’Isola e nessuno ne parla, ma con il suo coraggio, speso tra le mille difficoltà, ci insegna che i veri diversamente abili siamo noi. Una lezione straordinaria per provare a ripartire.